Abi: a marzo sui prestiti cambio di tendenza, resta il problema sofferenze

 

By: markus spiskeCC BY 2.0

da Repubblica.it – Il rapporto di marzo: secondo le banche si è trattato del miglior mese dal maggio 2012. “Segnali positivi” per le nuove erogazioni, ma resta il calo del totale dei finanziamenti (-0,9%) rispetto al 2014. I crediti a rischio salgono oltre 187 miliardi

MILANO – Senza dubbio è presto per gridare all’inversione di tendenza, ma dal rapporto di marzo dell’Abi – l’Associazione delle banche italiane – emerge qualche spiraglio di miglioramento positivo sull’andamento del credito nel Belpaese. “Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: i finanziamenti alle imprese hanno segnato nel trimestre dicembre 2014–febbraio 2015 un incremento di circa il +7,6% sul corrispondente trimestre dell’anno precedente”, dice la sintesi del bollettino. “Per le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili sempre nello stesso trimestre si è registrato un incremento annuo di +42,4% rispetto al medesimo trimestre dello scorso anno. Nell’analogo periodo, le nuove operazioni di credito al consumo hanno segnato un incremento del +9,5%”.

Resta la dinamica negativa, per marzo, del totale del credito erogato: il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha segnato un calo dello 0,9% nei confronti di marzo 2014, in miglioramento rispetto al -1,5% di febbraio. “Questo di marzo per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da maggio 2012”, dice l’Abi.

Restano anche i dati che mostrano gli effetti della crisi, che hanno portato a un incremento della rischiosità dei prestiti: “Le sofferenze lorde”, però a febbraio, “sono risultate a febbraio 2015 pari a quasi 187,3 miliardi, dai 185,5 di gennaio”. Il rapporto tra sofferenze lorde e impieghi è al 9,8% a febbraio 2015 (8,5% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 16,5% per i piccoli operatori economici (14,4% a febbraio 2014; 7,1% a fine 2007), il 16,5% per le imprese (13,7% un anno prima; 3,6% a fine 2007) ed il 7,1% per le famiglie consumatrici (6,4% a febbraio 2014; 2,9% a fine 2007). Calano le sofferenze nette, sempre a febbraio, passando da 81,3 miliardi di gennaio a 79,3 miliardi: il rapporto sugli impieghi totali è al 4,38%.

Sul fronte della raccolta, diminuisce qella a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (a marzo 2015: -13,7%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 68,1 miliardi di euro) “il che penalizza l’erogazione dei prestiti a medio e lungo termine”. Mentre i depositi aumentano – sempre a fine marzo 2015 – di 43,8 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +3,6%, +4,4% a febbraio 2015). L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra a marzo 2015 una diminuzione di circa 24,3 miliardi rispetto ad un anno prima.

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