Credito Cooperativo: quale futuro?

By: Dèsirèe TonusCC BY 2.0

Il Paese ha bisogno del Credito cooperativo ma il Credito cooperativo è in grado di rinnovarsi e consolidarsi ?

La decisione unilaterale di recedere e disapplicare i patti di lavoro non salverà il modello di Credito cooperativo.

Dopo l’interruzione delle trattative per il rinnovo dei Contratti collettivi nazionali di Lavoro dell’ 8 gennaio, le Organizzazioni sindacali hanno deliberato le principali azioni da mettere in campo da subito per i rinnovi dei Contratti e contro le decisioni di Controparte di recedere e disapplicare i Contratti nazionali di Lavoro e i contratti di 2° livello.

Le Segreterie nazionali e gli organismi sindacali territoriali stanno procedendo a diffidare e mettere in mora la Federazione Nazionale, le Federazioni locali, le Aziende del Movimento

riguardo delle decisioni unilaterali di recesso e disapplicazione dei CCNL e dei CIR/CIA nonché rispetto a quelle che considerano vere e proprie inadempienze contrattuali della Controparte.

E’ stata già formalizzata alla Controparte l’interruzione delle relazioni industriali a tutti i livelli (nazionale, locale, aziendale ).

A FEDERCASSE è stato trasmesso l’invito a dare attuazione agli impegni contrattuali finora disattesi, quali il riconoscimento ai lavoratori dell’ Apposito elemento della retribuzione e la formale costituzione del Fondo di settore per l’occupazione ( FOCC ) .

La FISAC/CGIL è fortemente impegnata a sostenere, a tutti i livelli, le iniziative e la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle BCC a sostegno dei diritti contrattuali, nella ferma convinzione che il rispetto dei patti contrattuali sottoscritti ( CCNL – CIR/CIA ) e il rinnovo dei Contratti collettivi nazionali di Lavoro siano un fattore di stabilità e coesione per tutto il Movimento di Credito cooperativo.

Le decisioni unilaterali e le pregiudiziali della Controparte devono lasciare il posto alla disponibilità ad un confronto aperto e costruttivo, cui le Organizzazioni sindacali dei Lavoratori non intendono sottrarsi, nonostante le evidenti difficoltà.

Bisogna decidersi ad andare al merito dei problemi.

Le Banche di Credito Cooperativo sono banche locali, sono banche del territorio, sono banche mutualistiche.

Per la FISAC/CGIL le imprese mutualistiche sono ancora un modo di fare impresa originale e necessario per l’Italia.

Un modo di fare impresa che sconta le ricadute della crisi economica e sociale del Paese ma che resta indispensabile per contribuire alla ripresa e alle necessità del territorio e delle famiglie, nonostante i ritardi e le forti contraddizioni interne al Movimento di Credito cooperativo.

Unire le forze. Costruire capitale sociale. Instaurare relazioni basate sulla reciprocità.

Solo uno slogan ?

La FISAC/CGIL ritiene di no.

Ma il Movimento di Credito cooperativo deve rapidamente dimostrare la propria attitudine a rinnovarsi e consolidarsi, senza illudersi di “Ha da passà ‘a nuttata “ scaricando sulle lavoratrici e i lavoratori ritardi, omissioni, contraddizioni, errori ecc., che mettono in crisi il modello di Credito cooperativo italiano.

Per questo, la vertenza nazionale e le iniziative locali e aziendali di mobilitazione decise unitariamente dalle Organizzazioni sindacali del settore hanno due obiettivi prioritari: ripristinare le condizioni per rinnovare i patti di lavoro e misurare le effettive capacità e volontà del Movimento di Credito cooperativo di salvaguardare e rafforzare in positivo la propria peculiarità nel sistema creditizio e finanziario italiano.

Banche di prossimità. Banche di relazione.

Ma prossimità e relazione si costruiscono e si praticano con le lavoratrici e i lavoratori.

Non contro di loro.

Per cui, avanti, con il sostegno e la mobilitazione della Categoria, con Assemblee capillari e partecipate, con lo Sciopero nazionale della Categoria e le mobilitazioni a livello locale.

 

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