Icbpi: Permira offre 2,2 miliardi già il primo passo

Fonte: Il Sole 24 Ore

Permira è pronta ad acquistare l’ Istituto centrale delle banche popolari. A quanto risulta al Sole 24 Ore, la società di private equity ha presentato un’ offerta cash del valore di circa 2,2 miliardi di euro per l’ acquisizione del 100% del gruppo bancario specializzato nei servizi di pagamento. Giovedì si riunirà a Milano il comitato dei soci più rappresentativi di Icbpi che dovrà nominare l’ advisor finanziario (in pole position c’ è Mediobanca), per assistere le banche venditrici nell’ operazione, e non è escluso che la trattativa possa essere soggetta nuovi rilanci. L’ offerta di Permira ha superato di slancio quella di una cordata formata da due fondi internazionali, che aveva messo sul tavolo circa 1,9 miliardi di euro. L’ operazione, maturata fino ad ora in maniera informale, troverebbe il consenso di massima da parte di diversi dei principali soci di Icbpi. Avendo come oggetto l’ acquisizione di un istituto bancario, peraltro leader nelle transazioni bancarie italiane, da parte di un fondo di private equity internazionale, il deal deve essere soggetto alle necessarie autorizzazioni da parte delle Authority, come Bce e la stessa Banca d’ Italia, che comunque è già stata informata. D’ altra parte, la cessione gruppo specializzato nella progettazione e gestione di servizi e sistemi di pagamento potrebbe generare un’ importante plusvalenza per i soci dell’ Icbpi coinvolti, ovvero la quasi totalità del mondo delle popolari. Tra i principali beneficiari c’ è il Credito Valtellinese, primo socio col 20,4% (dati 2014), che a queste cifre porterebbe a casa un incasso attorno ai 450 milioni di euro. Ma guadagni importanti sono previsti anche per Banco Popolare (14,6%),Bper (10,6%), Ubi e Bpm, entrambe al 5%. Tra le non quotate, plusvalenze attese anche per Pop Vicenza e Veneto Banca (entrambe al 10% circa), Iccrea Holding (7,9%) e Pop Cividale (5,14%). Tra gli azionisti di Icbpi, con quote inferiori al 5%, ci sono Carige, Banca Etruria e Lazio, Pop Bari e Banca Sella. L’ eventuale incasso potrebbe servire a realizzare un ulteriore rafforzamento patrimoniale che – per dimensioni e per alcuni istituti – potrebbe essere paragonato quasi a quello di un aumento di capitale. Un “jolly” di non poco conto, soprattutto in una fase come quella attuale in cui alle banche è richiesto da parte dei regolatori un livello patrimoniale sempre più elevato. Senza contare che l’ iniezione di liquidità potrebbe rivelarsi un propellente rilevante in vista dell’ avvio di un risiko bancario che, con il varo della riforma della governance delle popolari e l’ apertura al modello delle Spa, sembra sempre più vicino. Permira finora ha partecipato in Italia a operazioni come quelle di Valentino, Marazzi Group, Seat Pg e Sisal per citarne alcune. Con questa operazione, il fondo internazionale di private equity metterebbe le mani su un autentico “gioiello” del settore dei sistemi di pagamento e di clearing, divenuta una delle più importanti società europee del settore sotto la guida del presidente Giuseppe De Censi. Circa 1.800 dipendenti, il gruppo può contare su una redditività (Roe) attestatasi al 10% circa nel 2013. Lo scorso anno ha realizzato un utile netto di 73 milioni di euro e ricavi operativi per 656 milioni di euro circa. Icbpi al 2013 deteneva un patrimonio netto consolidato pari a 849,5 milioni, in crescita del 9,7% rispetto ai 774,2 milioni dell’ esercizio 2012, con il Total Capital Ratio che si attesta al 19,3 %. Controlla al 95% CartaSi (leader in Italia nei pagamenti elettronici con oltre 2 miliardi di transazioni complessivamente gestite) e ha un 20% di Equens (gestione delle transazioni elettroniche) e Unione Fiduciaria. Detiene quote anche in Helpline, Oasi,

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