Con il trasferimento a Roma della regolamentazione delle TLC è stato gravemente leso il principio del consolidamento della conoscenza che sta alla base del processo di valorizzazione del personale.
Sembrerà paradossale, ma nessuno finora in questo recente giro di tempo cosi inquieto e rotto da mille contrasti e rivendicazioni poteva immaginare che si procedesse, sul rimanente 35% di personale e di competenze presenti nella sede di Napoli, all’ennesimo scippo alla sede principale di Napoli in favore della sede secondaria di Roma: diritti digitali, regolamentazione delle TLC e personale assunto su Napoli che permane nella sede di Roma.
Il Presidente ed i Commissari continuano a dimostrare profonda sordità alle istanze dei lavoratori, che sul punto hanno scioperato in modo compatto, e alle chiarissime recenti volontà del Parlamento, espresse con la legge 114/2014.
Con questa riorganizzazione è’ stato smentito, in modo eclatante, anche il Governo che in risposta alla recentissima interpellanza urgente Valente / Carloni aveva testualmente rappresentato “… non vi è nessuna intenzione di potenziare – lo voglio sottolineare perché è oggetto dell’interpellanza- la sede di Roma dell’Autorità ,né da un punto di vista delle attività né del numero di personale ad essa assegnato. Quindi l’indirizzo è quello di mantenere quella percentuale che è stata già indicata e anche quella distribuzione di servizi che rende oggi entrambe le sedi operative”
Ancora una volta invece una élite interna, rissosa, sorda ed egoista, ha imposto la sua tabella di marcia e la condanna di Napoli e del Mezzogiorno… Una élite che ha divagato, consultato esperti costosissimi, si è difesa, seppur attraverso un Governo balbettante e in difficoltà, ma alla fine ha portato via da Napoli ulteriori competenze che non possono essere efficacemente espletate in una sede diversa, considerata la solida e duratura esperienza dei lavoratori della sede di Napoli in detti campi.
Tutto questo, “ non lo possiamo accettare , non lo possiamo accettare per lo sviluppo del SUD e nel nome degli interessi della nostra città e dei lavoratori della sede napoletana, non lo possiamo neanche accettare nel rispetto del Parlamento, nel rispetto degli atti parlamentari e della legislazione modificata di recente “.
Non ci fermeremo qui, faremo di tutto per fare uscire dai nostri sforzi e dalle nostre fatiche un ordine di più elevata e nobile qualità.
Non ci fermeremo qui, perché crediamo ancora in un ribaltamento delle cose , anche se finora questo rovesciamento non ci è stato.
Napoli, 14.01.2015
RSA AGCOM FISAC/CGIL FIBA/CISL UILCA