Il rinnovo del Contratto Nazionale dei Bancari entra nel vivo. I sindacati, nei mesi scorsi, hanno unitariamente presentato la piattaforma per il rinnovo ed il documento dal titolo “Per un nuovo modello di banca al servizio dell’occupazione e del paese”. Proprio quest’ultimo è stato al centro di un dibattito che si è svolto a Milano. Una giornata importante che risponde a quanto esposto da Abi nelle scorse settimane e che mostra un fronte sindacale capace di avanzare idee, proposte di priorità di intervento. Per esempio, in termini di servizi utili alle imprese e alle famiglie; per favorire l’accesso al credito da parte di determinate fasce della popolazione che faticano ad accedere ad un mutuo; per la copertura dei rischi per le imprese che esportano o che affrontano nuove produzioni o nuovi mercati; creare una finanza d’impresa dove non c’è solo la banca come unico interlocutore e dove magari non ci sono solo i derivati come risposta all’esigenza di coprire i rischi d’impresa.
Per fare tutto questo serve un riposizionamento per banche e assicurazioni (e le istituzioni finanziarie) magari anche un ritorno a competenze di mestiere più solide.
Sapere a chi allocare il credito, cioè saper leggere le prospettive e le condizioni dell’impresa al di là delle temporanee difficoltà. Una cosa che ha a che fare con capacità professionali affinate sul campo, derivanti dalla conoscenza diretta delle imprese, dei settori produttivi, dei mercati, delle tecnologie: molto più che dei prodotti o dell’ingegneria finanziaria.
Qui sta lo spazio anche per una politica che sappia compiere le scelte che a nostro giudizio sono necessarie per accompagnare le PMI verso dimensioni maggiori di crescita, indirizzare il credito (che non proviene solo dalle banche); stimolare e sostenere politiche di investimento, intervenire anche con politiche pubbliche a favore dello sviluppo perché da solo il mercato ha dimostrato e sta dimostrando che non lo può fare!
Introduzione al CONVEGNO del 24 novembre