Dagli ultimi incontri tra le OO.SS. e l’Azienda a Verona sta emergendo l’ennesimo provvedimento aziendale che contribuirà a impoverire ulteriormente il territorio genovese. In base ad un presunto “riequilibrio” degli organici tra territori – del quale non vengono forniti per nulla i dati analitici – sono stati prospettati 30 nuovi esuberi per l’Area di Genova, esuberi che dovrebbero uscire prossimamente con tempi e modalità ancora da definire. Tale numero è in assoluto il più elevato tra le varie Aree della Banca.
Tutto ciò avviene dopo una massiccio utilizzo del Fondo per fare uscire il maggior numero di colleghi dal ciclo produttivo (ricordiamo che in altri territori il Fondo è stato utilizzato per uno spettro temporale di 3 anni, a Genova di 5 anni…), con il risultato di sentirci dire che siamo sempre troppi (ce ne accorgiamo tutti i giorni, vero?…).
Se siamo felici per coloro che dopo una vita di lavoro potranno sfruttare questa opportunità, il grosso problema però è per i pochi che saranno rimasti, costretti a “portare avanti la baracca” senza un ricambio generazionale, poiché le assunzioni previste a fronte di chi uscirà avverranno in altri territori.

La situazione la conosciamo tutti:
Il livello dell’operatività ordinaria è estremamente critico, basandosi sulla buona volontà dei singoli, l’organico quotidiano delle unità operative non corrisponde alle reali esigenze.
A fronte dell’affermazione di esuberi nel nostro territorio, al personale a tempo parziale viene chiesto di effettuare due rientri pomeridiani (ma non eravamo troppi?…).
Nella maggior parte dei casi le assenze per malattia non vengono sostituite.
La mancanza di una adeguata “massa di manovra” impedisce le sostituzioni che, quando avvengono, vengono effettuate depauperando altre filiali, spesso con preavvisi brevissimi, quando non immediati, generando forti disagi fra i colleghi coinvolti.
Permangono le forti pressioni commerciali; il recente abbassamento degli upfront, ed il costante incremento dei risultati richiesti, causa una richiesta di aumento delle masse collocate con conseguente aumento dei carichi di lavoro per i gestori. Le continue pressioni comportano, inoltre, l’evidente elevato rischio di compiere operazioni di collocamento di prodotti finanziari e non (vedi Diamanti) presso la clientela senza il corretto rispetto della normativa aziendale e/o Mifid.
Ai gestori imprese vengono richieste giornalmente reportistiche in merito alle visite esterne svolte con l’unico risultato di aggravare ulteriormente il carico di incombenze in carico ai colleghi che, ormai, trascorrono un’infinità di tempo a compilare report di nessuna utilità pratica togliendolo allo svolgimento delle loro mansioni.
A questo punto è necessario che i lavoratori diano un segnale preciso e inequivocabile, perché così non è più possibile andare avanti.
Crediamo che un’opportunità ci venga data dalla giornata di mobilitazione del 12 dicembre in cui è stato dichiarato una giornata di sciopero generale.
La giornata di sciopero dello scorso 14 novembre ha avuto nella nostra provincia un ottimo successo, con diverse filiali chiuse anche nella nostra Banca.
Crediamo perciò che una fortissima partecipazione delle colleghe e dei colleghi alla giornata di sciopero del 12 dicembre possa dare un segnale all’Azienda semplice ma chiaro:
A GENOVA NON CE LA FACCIAMO PIU’!
12 DICEMBRE 2014
SCIOPERO
Le Rappresentanze Sindacali Aziendali Fisac Cgil Banco Popolare di Genova