Banca Marche: domani 3/10 incontro con il presidente

Mercoledì 3 ottobre alle 15,00 incontreremo il Presidente Costa e il Direttore Generale Goffi. Pur nella concitazione che caratterizza sempre le fasi di passaggio “veloci” come quella che ha investito la nostra azienda, siamo convinti che l’incontro col Sindacato non sia uno stanco rituale, ma una necessaria presa di contatto con i rappresentanti di quei lavoratori che sono l’essenza della Banca. I Lavoratori, ancora una volta di più, chiedono al CDA e alla Proprietà tutta un confronto aperto e con pari dignità su quelli che ritengono essere obiettivi imprescindibili e strategici:
• Autonomia della nostra Banca che è non solo il suo valore fondante ma soprattutto l’autentico motore dell’Azienda.
• Territorio inteso come modello organizzativo attraverso il quale Banca Marche ha presidiato attività, basato le sue fortune e contribuito alla crescita economica di tutto il Centro Italia, distinguendosi dal panorama bancario nazionale ricco di “mode del momento” che hanno raccolto sinora molti insuccessi e fallimenti. Il nostro modello prevede una presenza organizzativa e decisionale forte nei diversi territori con adeguati livelli occupazionali e strutture di indubitabile valore. Noi siamo orgogliosamente la banca nata nel territorio marchigiano che crescendo è diventata uno dei principali istituti del centro Italia. Da qui nasce l’idea di una Banca decentrata, capace di cogliere le ricchezze e le peculiarità dei territori. Intendiamo mettere in campo tutte le nostre energie per confrontarci con la dirigenza e anche la proprietà per nuovamente definire le coordinate strategiche di una banca che vuole rimanere ancorata al territorio di origine e nei territori di recente espansione. Noi non abbiamo mai creduto alle facoltà taumaturgiche dell’accentramento e ribadiamo che una serie di attività, come il credito, sono meglio presidiate da strutture decentrate che abbiano responsabilità e deleghe. La Rete ha dato ampia prova delle sue qualità; la figura e il ruolo del Titolare vanno valorizzati. Dobbiamo incrementare la nostra attività commerciale con adeguati strumenti e processi. Si sono costituite le Zone? Bene! Che le si faccia funzionare. Manca il feed-back tra il vertice e la base. Come può funzionare un organismo complesso come il nostro se non c’è possibilità di interlocuzione? Si ha l’impressione che portare il proprio contributo fattivo non sia bene accetto, soprattutto se non si è in linea con quanto disposto dall’alto; Un sistema che risponde solo a sé stesso, autoreferenziale, potrebbe forse funzionare, come nella migliore tradizione burocratica, ma sarebbe il minimo dell’efficienza e lo zero dell’efficacia.
• Buona e stabile Occupazione presente e futura: esistono oggi gli strumenti normativi e contrattuali per ottenere la conferma dei tanti giovani colleghi; diciamo “basta” allo scorrere di fiumi di denaro verso consulenze esterne e “interne”. In quest’ottica riteniamo di particolare importanza puntare sulla buona occupazione giovanile, valore aggiunto non solo per la Banca ma per tutti i territori, che costituisce uno dei principali vettori di crescita, di benessere sociale nonché di stabilità economica. Riteniamo si debba aprire un confronto tra le parti per favorire l’assunzione di quei giovani che sono cresciuti professionalmente all’interno dell’Istituto e che ora aspettano l’occasione per stabilizzare la loro posizione sociale ma anche per contribuire allo sviluppo futuro della Banca.
Il Sindacato in Banca Marche ha da sempre un importante e fondamentale ruolo politico di stimolo e di indirizzo delle scelte aziendali. In questa difficile situazione economica generale, riteniamo importante anzi doveroso che, il futuro piano industriale tenga conto di quanto sopra e nasca solo dopo un preventivo confronto con le OO.SS., in un quadro strategico chiaro e condiviso, nell’interesse dei colleghi e di tutta le comunità regionali in cui operiamo. Riguardo al nuovo organigramma diciamo no alle “super retribuzioni”, non cediamo alla facile tentazione degli acquisti esterni! Le professionalità interne presenti in rete e in direzione dovranno essere tutte valorizzate. Nella consapevolezza della fase difficile per tutta l’economia, c’è molta apprensione tra i colleghi. Quello che non vogliamo, quello che riteniamo non possiamo permetterci, è l’idea che questa nostra Azienda possa diventare, in piccolo, una banca di modello nazionale. Non ce lo possiamo permettere perché nel momento in cui abbandoniamo i nostri presidi per seguire le ricette “razionalizzatrici” che vanno oggi per la maggiore, noi perdiamo la nostra peculiarità, che è quella che ci consente di vivere in questi territori. Siamo contrari alle ricette “facili”, quelle delle agenzie di consulenza che tagliano e suggeriscono strategie preconfezionate, utili solo per il breve periodo. Il non voler essere appiattiti da soluzioni massificate non è provincialismo, ma il risultato di tanti anni di lavoro e di studio, è anche, come abbiamo già detto, frutto dell’osservazione reale dei fenomeni. Proprio per questi motivi, oggi più che mai, occorrono, che piaccia o meno, collaborazione e condivisione, perché le aziende sono organismi complessi che lavorano meglio se funziona la connessione e la comunicazione tra le parti.

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