Ieri ha preso avvio il confronto sulle ricadute sul personale che si determineranno in seguito agli interventi organizzativi e di riduzione del costo del lavoro che il gruppo ha dichiarato di voler attuare entro il 1^ semestre 2015:
- chiusura di 55 filiali e di 59 mini sportelli e la trasformazione in minisportello di 54 filiali;
- tagli al costo del personale equivalenti a 1.277 risorse;
- rivisitazione del modello distributivo della rete retail.
La delegazione UBI ha illustrato le ragioni dell’operazione, rimarcando in termini generali: la difficile congiuntura economica, la contrazione dei margini di redditività, i cambiamenti tecnologici che hanno investito il settore bancario con conseguente calo dell’operatività tradizionale e la contestuale crescita di utenti dei canali multimediali.
A ciò si aggiunge, come peculiarità del nostro gruppo, l’esaurirsi dei benefici economici garantiti dalle giornate di solidarietà (esaurite anzitempo nel 2014 nella maggior parte delle aziende del gruppo). Ci troviamo quindi di fronte alla richiesta di trasformare in risparmio strutturale anche la parte di riduzione di costo del lavoro che nella precedente procedura, conclusasi a novembre 2012, era stata dichiarata e trattata come temporanea.
Tradotto: come prevedevamo l’azienda ha scambiato lo sforzo eccezionale dei colleghi che hanno supportato e sopportato le assenze per “solidarietà” come la normalità di un organizzazione che può fare a meno definitivamente di quelle risorse.
Le leve operative che il gruppo ha individuato per conseguire i tagli annunciati sono:
- il ricorso al fondo di solidarietà per almeno 500 colleghe/i, da realizzarsi entro il 31/12/2014;
- l’adozione di forme di flessibilità di orario (non meglio precisate visto che il fondo, come detto, è esaurito);
- l’adozione di misure di carattere normativo economico, al momento non ancora specificate (temiamo che possano tradursi in richieste di revisione dei contratti aziendali e/o deroghe al CCNL).
La nostra delegazione ha espresso ovvia preoccupazione per il quadro presentato: il gruppo UBI, dall’atto della sua costituzione (aprile 2007) a oggi, ha visto ridursi il personale di oltre 3.000 unità. La procedura in corso porterà il numero complessivo dei dipendenti al di sotto delle 18.000 risorse. Il nuovo taglio di posti di lavoro rischia di ridurre ulteriormente lo spazio per future assunzioni.
Per tali ragioni la nostra organizzazione ha dichiarato la propria disponibilità ad un confronto che non si limiti a fare la conta delle uscite di personale e dei tagli al costo del lavoro ma che si concentri anche su un piano di assunzioni di giovani che possa rilanciare occupazione, sviluppo operativo del gruppo e garantire condizioni di lavoro accettabili per tutti i dipendenti UBI.
La discussione è stata aggiornata ai prossimo incontri che, a partire da quello del 6 novembre, avranno l’obiettivo di approfondire le soluzioni organizzative che il gruppo ha delineato, al fine di valutare compiutamente la reale portata delle ricadute sul personale.
Vi rinviamo alle prossime comunicazioni. Cari saluti.
FISAC CGIL GRUPPO UBI