Oggi a Nyon seconda giornata nell’ambito della settimana di UniFinance,incardinata sull’intervento del rappresentante del Financial Stability Board Mr Thorne.
La delegazione della Fisac oggi presente è formata da: Fabio Alfieri, mario Ongaro, Giusy Cucinotta e Anna Maria Romano.
Nella prima mattinata lo Steering Committee di UniFinance ha discusso delle pressioni commerciali ma in particolare dei sistemi incentivanti e del fenomeno conseguente del “ mis-selling” ovvero delle vendita non etica di prodotti bancari o assicurativi.
Una panoramica generale ha permesso di condividere situazioni come quella inglese, dove si registra un incremento di quasi il doppio , nel 2013 , delle coperture assicurative a fronte di prestiti, dato assolutamente incongruo, originato dal premio incentivante collegato a ogni polizza.
Preoccupante il messaggio lanciato dai compagni e compagne dei sindacati brasiliani, che descrivono la realtà di lavoratori e lavoratrici in quel settore fatta di depressione, stati emotivi alterati e oltre 6000 persone dichiarate inidonee al lavoro: tutto questo a causa delle enormi pressioni che devono subire, considerato che il loro salario mensile è collegato in parte agli obbiettivi che riescono a raggiungere.
Un messaggio di speranza arriva da Santander, dove recentemente è stato firmato un accordo sulle pressioni commerciali e la vendita consapevole che sarà applicato, auspicalmente, in ogni paese dove è presente Santander.
È intervenuto Dominique Lindley, esponente di Consumer International, che ha illustrato in modo articolato le diverse forme di mis-selling e soprattutto come emerga chiaramente che la vendita “fraudolenta” porta risultati positivi effimeri mentre gli impatti negativi intervengono sui clienti, ovviamente, ma anche sulle banche (sia dal punto di vista reputazionale sia economico) e sui lavoratori bancari.
A metà mattina è stato il momento del Financial Stability Board, nella persona di Rupert Thorne: l’aggiornamento annuale allo Steering Group di Uni Finance da parte di questo organismo , creato nel 2009 a ridosso della crisi, ha posto l’accento su alcuni punti, che dovrebbero entrare a far parte della “riforma strutturale delle banche” auspicata dal FSB stesso:
- Perimetrare in specifiche legal entities alcune attivitàche sono il core business della banca, di massima le attivitàretail;
- Introdurre criteri restrittivi correlati alla capitalizzazione delle banche e alle esposizioni infra gruppo;
- Richiedere che le banche operino alla luce del sole, con trasparenza, privilegiando strutture sicure e non intervenendo con il c.d “shadow banking”che tante responsabilitàha avuto nella crisi che stiamo attraversando : basti pensare alle cartolarizzazioni a matrioska dei subprime.
Thorne inoltre ha posto il problema del superamento del principio del “Too Big To Fail”: chi ha seguito l’evoluzione delle posizioni del FSB nel corso degli ultimi anni, sa che se in precedenza il principale obbiettivo era come prevenire situazioni alla “Lehman Brothers” , ora il focus si è spostato e va oltre: necessario arrivare a evitare l’intervento pubblico e quindi lo scaricarsi sulla società del prezzo del salvataggio delle banche Sifi’s (Sistematical Important Financial Insitutions).
A questo scopo secondo il FSB è necessario riformare a livello mondiale il settore finanziario, in base ai principi che saranno presentanti nel prossimo G20 che si terrà a novembre a Brisbane:
– applicare ovunque i principi di Basilea III;
-rendere sicuro e trasparente il mercato dei derivati;
-applicare schemi di liquidazione credibili e omogenei in ogni nazione;
-regolamentare le operazioni cross-border
-rafforzare la cooperazione al fine di evitare misure nazionali che frammentino il sistema globale dei controlli .
La sessione successiva ha nuovamente riportato a galla il problema della mancanza di collaborazione del FSB con Uni Finance: esiste certamente un canale di informazione ma non c’è alcuna interazione.
Nel pomeriggio è intervenuto il rappresentante della EBF European Banking Federation, Robert Priester , che ha riconosciuto il ruolo del FSB ma ha puntualizzato come in Europa “sono già applicati i requisiti di capitalizzazione delle banche e che questo impatta già in modo considerevole sulla operatività delle medesime”.
Inoltre ha aggiunto “con l’introduzione in Europa del sistema centralizzato di supervisione da parte della BCE, il sistema della supervisione è molto migliorato”.
Robert Priester si è dichiarato molto preoccupato dall’obbligo della separazione in diverse entity di determinate attività come quella retail: ciò metterebbe in gravi difficoltà tutti gli istituti, ma soprattutto le banche piccole e medie che normalmente utilizzano i diversi tipi di attività per drenare la liquidità di cui necessitano.
Nyon 28 ottobre 2014