da sole24ore – La delegazione di Abi e Sindacati si prendono una pausa di riflessione. Si rivedranno il 6 e l’8 ottobre. Nel frattempo verrà formalizzata una proroga temporanea del contratto. Niente scontri, ma l’impegno a mantenere un clima favorevole a uno sviluppo positivo del negoziato, confermato anche dalla dichiarazione del segretario della Fabi Lando Maria Sileoni: “Su e EDR e proroga dell’attuale scadenza del contratto, verificheremo il 6 e l’8 ottobre se le banche avranno cambiato comportamento. Ci auguriamo prevalga il buon senso e un atteggiamento responsabile”.
Sullo sfondo è stata citata anche la possibilità di disdettare nuovamente il contratto. Per Sileoni è inaccettabile “l’atteggiamento di abiti che ha minacciato di disdettare il contratto Nazionale con l’obiettivo di sostituirlo con contratti aziendali e di gruppo”. Il negoziato per ora appare in stallo, sul quale pesano soprattutto i direttivi dei sindacati, attese a partire dalla prossima settimana, e il congresso della Uilca (30 settembre – 3 ottobre a Bergamo) che dovrebbe riconfermare alla guida Massimo Masi.
Ieri Abi e i Sindacati non sono riusciti a conciliare le rispettive posizioni sulle scadenze, considerate prioritarie in questo momento: il 1 luglio, data entro la quale dovevano essere stabiliti criteri per la tabellizzazione dell’EDR, passato da quasi tre mesi, e il 30 settembre, data della scadenza della proroga della disdetta, che è alle porte.
Abi ha proposto la proroga del del contratto al 28 febbraio e la stabilizzazione dell’EDR partire da marzo, i sindacati hanno aperto sulla proroga del contratto ma non mollano sull’EDR. La commissione tecnica che si è riunita lunedì, secondo fonti sindacali, ha dimostrato che il peso economico della tabellizzazione dell’EDR è minimo e come tale non può essere insostenibile per le banche. A sentire i banchieri però la questione è legata esclusivamente ai conti economici delle aziende e alla loro sostenibilità. La stabilizzazione dell’EDR pesa per lo 0,71% del costo del lavoro, mentre la ripresa degli scatti, congelati dal vecchio contratto e scongelati dal 1 agosto, pesa per lo 0,48%: sommando si arriva all’1,19% del costo del lavoro che non è un impatto minimo soprattutto ora che ci sono gli stress test alle porte. E tanto più che a forza di sommare minimi si arriva a numeri importanti. I sindacati però non ci stanno il tema per loro è politico: per questo unitariamente le sette sigle hanno chiesto il rispetto del precedente contratto. Se la tabellizzazione dell’EDR venisse rimandata al 1 marzo, si teme che la sua discussione possa finire in quella del rinnovo del prossimo contratto e che possa passare come una sorta di aumento concesso. “Per entrare nel vivo del negoziato esigiamo il rispetto degli impegni assunti con il precedente contratto” spiega il il segretario della Fiba Giuliano Romani. “La nostra posizione non è mutata, aggiunge il segretario della Fisac Agostino Megale, bisogna rispettare quanto previsto dal contratto precedente, compreso il fatto che l’eventuale proroga da concordare deve servire a rinnovare il nuovo contratto fermo restando le decorrenze già previste”. Il segretario Uilca, Massimo Masi ribadisce che “i lavoratori hanno diritto di percepire quanto previsto dallo scorso rinnovo contrattuale i patti vanno rispettati”.
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