La conversione del decreto legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione in legge dello Stato -90/2014 A.C. 2486-B -, che come è noto riguarda anche le Authority e che grazie anche all’azione sindacale ha determinato delle conseguenze di segno positivo sull’intero sistema delle istituzioni di garanzia, impone e giustifica un’ analisi critica sugli ultimi sedici anni dell’ AGCOM, al netto forse degli ultimi due, posto che all’attuale Consiglio (tranne che per alcune risoluzioni in linea con le scelte della precedente consiliatura) non si possono addebitare le ingiustificate e devastanti valutazioni organizzative del passato, tra l’altro di dubbia legittimità.
La nuova legge ci permette di affermare che è finito il tempo degli esperimenti e di conseguenza è finito il tempo di raggirare con sistematiche e illogiche riorganizzazioni i lavoratori di Napoli dell’AGCOM e tutto il Mezzogiorno.
La nuova legge:
- Mette in condizione di non nuocere coloro che da un lato hanno sistematicamente impoverito la sede di Napoli, favorendo forse scientemente anche un pericoloso sfilacciamento tra Sindacato e Autorità e tra Sindacato e lavoratori, e dall’altro hanno creato disuguaglianze dannose per lo sviluppo dell’AGCOM e per la crescita professionale di gran parte dei suoi lavoratori;
- Ci permette di affrontare con serietà i problemi dell’AGCOM, del suo reale standing, la qualità del quale è presupposto ineludibile della sua concreta indipendenza;
- Elimina le continue scomposizioni/ricomposizioni di assetti di potere interno, corredate da tesi di politica organizzativa a dir poco fantasiose, che hanno prodotto l’elaborazione di trattamento personalizzati, spacciati impropriamente per formule organizzative innovative;
- Finalmente contrasta una pratica purtroppo costante in questo Paese (puntualmente esercitata in precedenza anche ai danni dell’Autorità) e cioè che una scelta adottata in sede politica – quindi si presume, per rispondere ad interessi generali come può essere lo sviluppo del Mezzogiorno – venga modificata sotto la spinta di esigenze particolaristiche e corporative delle figure istituzionali;
- Pone la parola fine alla debolezza del potere politico, nazionale e locale, che aveva finora rinunciato a difendere le proprie scelte e accettava supinamente – per opportunismo, o ricerca del consenso immediato, o semplice disattenzione – che esse venissero piegate ai corporativismi e alle convenienze del momento.
Insomma siamo di fronte ad una novità: il Parlamento ed il Governo hanno orientato la bussola in direzione totalmente opposta a quella finora portata avanti.
Il segnale che registriamo più forte è, per quanto ci riguarda, una precisa volontà di dare una giusta dignità alla sede di Napoli dell’AGCOM.
E’ un segnale sano, chiaro e potente che oltre a spazzare via con forza le precedenti ingiustificate e irrazionali scelte organizzative, risarcisce il SUD, e dà pari opportunità ai lavoratori di Napoli, il che significa poter finalmente dialogare con dirigenti effettivamente presenti, entrare in possesso di tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento dei propri compiti, operare in un contesto non marginalizzato, ma integrato con il resto della struttura.
Finalmente si può arrivare ad una legittima ottimizzazione organizzativa dell’AGCOM armonizzata con gli uffici di Roma.
Siamo pronti al confronto e disponibili al dialogo ed alle soluzioni condivise, ma contrari ad eventuali pasticci di funzionari zelanti e formalisti che potrebbero inserirsi, ancora una volta, in modo “diabolico”, tra le pieghe della burocrazia per produrre determinazioni/pareri/iniziative/strategie/ richieste/atti che mortificano, operando sotto traccia e senza trasparenza, la volontà della politica e del Parlamento e quindi della maggioranza dei cittadini.
Napoli Roma 7 agosto ’14
RSA FISAC CGIL AGCOM