Finalmente Fiba e Fabi si sono accorti che un collega su tre è iscritto a Dircredito, Fisac e Uilca (mica male!).
Con un piccolo sforzo, si potrebbero anche accorgere che un lavoratore su due non è iscritto né alla Fiba né alla Fabi e forse smetterebbero di arrogarsi il diritto di rappresentare tutti.
Ci fa anche piacere che Fiba e Fabi siano disposti a “valutare azioni forti” contro l’azienda.
Eravamo abituati a vederli servir messa all’altare di Santa Madre Banca e del suo (emerito) Papa, per il quale hanno anche promosso una raccolta firme “amichevoli”. Ora vanno sulle barricate: da chierichetti a Tupamaros?
Sarà perché il loro “amichevole abboccamento informale” con il Direttore Generale (di cui parlano nei loro comunicati e del quale non c’è alcuna traccia tra gli atti ufficiali) non ha sortito alcun effetto se non l’imbarazzo dell’interessato?
Quanto a noi, di tutto ci si può accusare tranne che di essere propensi agli “inciuci”; ci siamo guadagnati il rispetto per la nostra coerenza e trasparenza, sempre pronti al confronto leale e costruttivo con tutti quelli che sono disponibili a perseguire l’interesse dei lavoratori, senza strategie segrete.
Spiace invece constatare che, ancora una volta, Fiba e Fabi non si assumano in pieno la responsabilità della rottura sindacale: parlano di strategie non condivise, ma a noi non è dato sapere quali siano. L’unica loro strategia che conosciamo è quella che, secondo loro, “quando le due sigle maggiori sono d’accordo, le altre si devono adeguare”. Ma non è sulla prepotenza che si fonda l’azione unitaria. Figuratevi cosa succederebbe se tale principio fosse adottato dalle Segreterie Nazionali, quale caos si produrrebbe!
Sorvoliamo sulla montagna di menzogne che utilizzano metodicamente solo per confondere le idee degli incolpevoli lavoratori.
Solo una basta per tutte: dal loro comunicato sembra che la rottura si sia verificata a seguito della mancata firma da parte nostra dell’accordo di armonizzazione dei colleghi ex Carifac:
ma la rottura è avvenuta prima dell’accordo in questione!
Si è trattato di un caso di “guerra preventiva”? Impossibile, perché la trattativa durava da un anno e l’unico ostacolo al raggiungimento di un accordo veniva proprio dalla Fabi!
Ci rendiamo conto dello sconcerto che questa situazione provoca nei colleghi ma vogliamo rassicurare tutti che la nostra azione è indirizzata a recuperare l’unità sindacale in tutti i modi, pienamente consapevoli delle difficoltà che stiamo vivendo ed alle quali andremo incontro in vista di una riorganizzazione della Banca.
Proprio per questo vogliamo prendere sul serio le dichiarazioni di Fiba e Fabi (vedi copia raccomandata allegata): ritenendo l’unitarietà un valore superiore a qualsiasi diversità di sensibilità (ci
mancherebbe, è evidente e positivo che ci siano sensibilità diverse e lo spirito unitario serve proprio a cercare la sintesi positiva tra le diverse legittime opinioni, attraverso un trasparente confronto tra tutti i soggetti, che devono vedersi riconosciuta la pari dignità), siamo disponibili, con il solito nostro senso di responsabilità, a sottoscrivere l’accordo (l’unico accordo in Veneto Banca che non reca la nostra firma) nel momento stesso in cui Fiba e Fabi ritirano la lettera del 28/03/2014, con la quale hanno sancito la rottura.
Proponiamo anche che il primo passo che dovrà affrontare il tavolo riunito sia quello di concordare, sulla base di un reciproco riconoscimento di pari dignità, le azioni e le pratiche utili a stabilire, una volta per tutte, dei rapporti corretti tra tutte le RRSSAA di Veneto Banca.
UNITI SI VINCE: uno slogan che viene da lontano, adottato da molte forze sindacali e politiche, da movimenti ambientalisti e promotori dei diritti civili. Se ora lo ha capito anche Emilio Fede………………….
Montebelluna, 14 luglio 2014
COORDINAMENTI AZIENDALI UNITARI DIRCREDITO FISAC/CGIL UILCA
Finalmente – Comunicato del 14 07 14