Ha ucciso Beatrice, ora ne percepisce la pensione… firma la petizione

da repubblica.it

PISTOIA- Massimo Parlanti due anni fa ha ucciso la moglie Beatrice Ballerini, 42 anni, bancaria del Banco Popolare ed iscritta alla Fisac Cgil, massacrandola di calci e pugni e strangolandola, poi è fuggito dopo aver preso i soldi che lei aveva nel portafoglio. In un primo momento si finse stupito del ritrovamento del cadavere, poi incastrato dall’evidenza delle prove, confessò. Ora sta scontando 18 anni di carcere, ma percepisce il sessanta per cento della pensione della sua vittima, e ne avrà diritto a vita, mentre ai figli di otto e dieci anni ne spetta solo il quaranta per cento. «Questo accade perché non c’è un meccanismo automatico che prevede la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l’assassino del coniuge, e così oltre la pensione, agli assassini spetta anche l’eredità di chi ammazzano» spiega Lorenzo Ballerini, fratello di Beatrice, che ha lanciato una petizione su Change.org chiedendo di modificare la normativa vigente. Poco più di due settimane fa la strage di Motta Visconti nel milanese ha confermato che ancora molto deve essere fatto per combattere la violenza di genere e il femminicidio.

Secondo lo stesso Viminale mentre calano gli omicidi di genere, non calano quelli che hanno avuto come vittime le donne: dai 528 omicidi del 2012 si è passati ai 501 del 2013, mentre per i femminicidi, all’opposto, dai 159 registrati due anni fa si è arrivati l’anno scorso a quota 177, quasi uno ogni tre giorni. «È inevitabile la sensazione di vivere in un paradosso. – continua Ballerini – La domanda a cui ancora oggi non riesco a dare risposta è: abbiamo una legge assurda e demenziale, fatta per i delinquenti, oppure semplicemente la giustizia, si scorda qualcosa, si distrae ulteriormente? Vi prego rispondetemi e rispondete nel nome di tutte le donne ammazzate, il numero delle quali sta crescendo, e crescerà se non si arginano almeno le conseguenze nefaste di una giustizia paradossale.

È importante questi massacri non devono diventare appetibili per chi, con un ragionamento contorto, è sull’orlo di una decisione. Deve esserci un meccanismo automatico che preveda la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l’assassino del coniuge, che valga sia per l’eredità che per la pensione. Questo è quello che chiedo nel nome di mia sorella e di tutte le donne uccise»

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