Gruppo Tercas: Nessun dorma!

“(…) si chiede di sapere:
– se al Governo risultino le motivazioni, finora non conosciute dal pubblico dei correntisti e risparmiatori, oltre ai rapporti con Di Mario e San Marino ed il coinvolgimento dell’ex direttore generale Antonio Di Matteo in un’inchiesta della Procura di Roma su un costruttore fallito accusato di bancarotta preferenziale, che abbiano indotto la Banca d’Italia a commissariare la Tercas e come mai non siano stati attuati analoghi provvedimenti per gli affidamenti incauti erogati ai Ligresti, Zunino, Zalesky, miliardi di euro iscritti come sofferenza da parte di banche più blasonate ma socie di maggioranza nell’azionariato della Bankitalia, quali Intesa San Paolo, MPS, Banco Popolare, Mediobanca che secondo gli interroganti sembrano godere di rapporti privilegiati di favore, anche negli accertamenti ispettivi;
– se risulti quali siano stati i criteri adottati dalla Banca d’Italia per nominare commissario Riccardo Sora, atteso che a giudizio degli interroganti detta nomina potrebbe essere stata effettuata eventualmente per occultare i collegamenti della Tercas con la Repubblica di San Marino ed i fiumi di denaro teramano che prendevano direzioni diverse da quelle del territorio di riferimento, dove la Tercas – come ogni Cassa di risparmio – era tenuta ad investire; (…)”.
(XVI Legislatura della Repubblica Italiana – Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02842 in Commissione permanente Finanze e Tesoro – Pubblicato il 9 maggio 2012, nella seduta n. 720 – Lannutti, Mascitelli – Al Ministero dell’economia e finanze)
§§§§
“(…)…alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi, ecc.) trovano appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio. Molti degli istituti bancari, ai cui vertici risultavano essere personaggi inclusi nelle liste della loggia massonica P2, non hanno effettuato in merito alcune indagini ma l’esistenza di una vasta rete di sostegno creditizio per le operazioni interessanti la loggia risulta provata dalla già citata inchiesta portata a termine dal collegio Sindacale di MPS. (…)”.
(Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia Massonica P2 – 10 novembre 1981 – 11 luglio 1983 Legge 23 settembre 1981, n. 527 – VIII Legislatura della Repubblica italiana)
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“Al crocevia di tutti i traffici bancari, finanziari e valutari degli uomini della P2 e dei loro alti protettori politici c’é la Banca d’Italia, organo supremo di vigilanza. Sindona prima e Calvi poi hanno potuto mettere in atto le loro spericolate manovre finanziarie solo in quanto sono state consentite o non sono state impedite, dalla Banca d’Italia. Anche il sistema P2 ha nel supremo santuario della finanza la sua corrente che però é minoritaria. (…) In questo quadro si colloca l’inefficienza della vigilanza della Banca d’Italia che consente nel corso di un decennio il verificarsi di due colossali crack, quello di Sindona nel 1974 e quello di Calvi nel 1982, entrambi all’ombra dello stesso potere politico targato P2”.
(Controrelazione al Parlamento redatta da alcuni Commissari della Commissione d’Inchiesta P2 dissidenti – 1983)
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“Gli uomini condannano l’ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché si rifiutano di commetterla”.
(Platone, La Repubblica)

Cosa è successo in questa banca?
Cosa sta succedendo ora?
Perchè un commissariamento così lungo?
Perchè tanto tempo per una soluzione?
Ancora scandali italiani: criminalità, soldi sporchi da riciclare, poteri forti, poteri occulti, corruzione, evasione fiscale, paradisi fiscali, mafie; stavolta qualcuno pagherà?
La vicenda Tercas si inserisce in pieno in tale contesto di malversazione; qualcuno ha lavorato e lavora tuttora per occultare prove e difendere i soliti amici e amici degli amici?
Provare a “redigere il verbale” riassuntivo di tutta la storia non é per niente semplice ma ci proviamo.
Nel 2005 il marsicano Antonio Di Matteo arriva alla Tercas, provenienza Unipol Banca; allora, un vero banchiere approda in Abruzzo; quasi tutti al settimo cielo.
Coltiva il suo orticello in azienda fatto di promozioni, ad personam economici ed ambientali e cerca, inizialmente, di “alleggerire alcune posizioni Unipol Banca” in capo a clienti acquisiti dallo stesso Di Matteo;
la Tercas si espande ma scopriamo che “tale espansione territoriale é avvenuta al di fuori dell’ambito di tradizionale insediamento, guidata dall’esigenza di assecondare i gruppi economici” che a lui interessavano.
Il gioco funziona e gli prende la mano: decide così di acquistare, in maniera occulta perché ufficialmente non consentitogli dalla Banca d’Italia, la SMIB, l’ex Banca del Titano tanto desiderata da Giampiero Fiorani e Lele Mora; forse core business della SMIB era ripulire capitali sporchi (scopriamo oggi che anche le mazzette del Mose veneziano transitavano proprio di lì) provenienti da evasione, corruzione, criminalità economico-organizzata comprese?; SMIB era il collettore di tali attività?
Nel 2008 la Banca d’Italia compie un’ispezione in Tercas, “stigmatizza la presenza di gravi squilibri nella governance” e, anziché sanzionare la banca teramana, l’autorizza ad acquisire un’altra banca, Caripe, forse indirizzata dai fantastici dati di bilancio taroccati (ma quali riscontri sono stati effettuati durante tale ispezione?); all’acquisto viene dato seguito solo dopo che la parte venditrice (Banco Popolare) ripulisce Caripe dai crediti in odore di ammaloramento (oggi il commissario ed il DG Pilla ci vengono a raccontare che i crediti ammalorati di Caripe provengono dalla gestione Banco Popolare benchè sappiamo tutti che nell’era Di Matteo “le delibere sono state assunte anche presso la controllata Caripe e
caratterizzate dall’insufficienza del processo istruttorio”). Cosa ci voleva fare Di Matteo con Caripe? Forse una bad bank sulla rotta adriatica? Un polo di attrazione verso San Marino?
Pochi mesi dopo l’acquisto, Tercas viene commissariata da Bankitalia che manda a Teramo un unico commissario, niente meno che quel Riccardo Sora che tante ne aveva già viste alla Cassa di Risparmio di Rimini, proprio a due passi da San Marino. Perchè un solo commissario? Perchè proprio Riccardo Sora?
Il rag. Sora si mette subito al lavoro ed in oltre due anni non riesce a tirare le somme definitive del disastro (ma che altro sta facendo?): i conti continuano a cambiare in peggio, giorno dopo giorno, mese dopo mese, con tempistiche sempre, guarda caso, molto intrecciate, temporalmente, alle soluzioni che via via sembrerebbero arrivare. Situazione allarmante per il territorio ma la politica non interviene, sta alla larga dalla vicenda; da cosa/chi è condizionata? Chi chiede di rimanerne fuori?
E’ così sparito ben oltre un miliardo di euro in pochi anni, soldi del territorio.
Oggi ci troviamo a lottare a denti stretti per difendere i posti di lavoro; chi vorrebbe/dovrebbe arrivare per ricominciare a far lavorare una banca, un gruppo bancario, fermo da anni, “ferma a trent’anni fa”, come disse un giorno a Pescara il DG Pilla parlando di Tercas, viene ostacolato in tutti i modi con i numeri, i tempi ed i fatti, nonostante debba già “digerire un boccone” forse non voluto, non scelto autonomamente al supermarket degli acquisti.
Il tempo non é una variabile senza effetto.
LE SEGRETERIE PROVINCIALI FISAC/CGIL TERAMO E PESCARA
L’ORGANO DI COORDINAMENTO FISAC/CGIL GRUPPO TERCAS

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