Mauro (elettromeccanico), Alessandro (gruista), Deborah (moglie di Mauro e disoccupata da due anni), Francesco, Massimo (classificatore rottame), Roberto e Alessandro (tornitore), sono solo alcuni degli operai in contratto di solidarietà alla Lucchini, che hanno partecipato alla realizzazione del video per dare voce a tutti i loro colleghi. Chiedono un futuro per loro e per i loro figli, un futuro legato al lavoro e al proseguimento dell’attività della Lucchini di Piombino.
Il 24 aprile scorso, mentre a Palazzo Chigi veniva firmato l’accordo di programma che disciplina gli interventi per la riqualificazione ambientale e la riconversione industriale dell’area di Piombino, l’altoforno produceva l’ultima colata di acciaio. Sono migliaia gli operai coinvolti nella vicenda del polo siderurgico di Piombino, circa 2.200 gli addetti dello stabilimento Lucchini, in amministrazione straordinaria, e 1.600 gli impiegati nell’indotto diretto. Per i primi è stato raggiunto un accordo che prevede l’uso di contratti di solidarietà per il periodo necessario ad individuare un soggetto acquirente, mentre per i lavoratori dell’indotto c’è il ricorso alla cassa integrazione. La speranza per i lavoratori e per le loro famiglie è dunque riposta nell’arrivo di un imprenditore disposto a rilevare l’impianto, che garantisca un piano industriale, investimenti e occupazione.