Accesso prioritario ai finanziamenti pubblici e maggiore certezza nelle richieste di credito bancario sono i due ambiti che il legislatore ha individuato per favorire una ripresa economica per tutte quelle Società che hanno predisposto, o sono pronte a predisporre, sistemi organizzativi e trasparenza interna ispirati alla eticità e legalità: in pratica a mettere in campo il “rating di legalità” previsto dalla Legge n.1/2012 art.5ter.
Nei confronti della normativa –di recente spiegata con circolare n.16/20134 di Assonime- le Imprese non hanno mostrato dell’interesse al “rating”; eppure l’articolo 5ter del Dl 1/2012 è finalizzato a creare una corsia preferenziale di accesso ai finanziamenti pubblici ed al credito bancario e, quindi, un aiuto concreto (in questo momento di crisi), per le imprese disposte a creare un sistema di controllo interno dai risvolti etici.
Il regolamento del Ministero Economia e Finanza, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n.81 del 7 aprile 2014 riguarda l’individuazione delle modalità in base alle quali si deve tener conto del “rating di legalità” attribuito alle Imprese. In base al testo, chi è munito di rating deve ottenere per i finanziamenti pubblici (cioè la concessione da parte della Pubblica Amministrazione ad un’Impresa di un beneficio ex art.7, comma1, Dlgs 123/1998) almeno di una delle seguenti premialità: preferenza in graduatoria, attribuzione di punteggio aggiuntivo, riserva di quota delle risorse finanziarie allocate.
Per quel che attiene, invece, l’accesso al credito bancario, le Banche devono tenere conto del rating ottenuto dall’Impresa sia in relazione ai tempi ed ai costi dell’istruttoria che nella determinazione delle condizioni economiche di erogazione; nel caso in cui non tenga conto della quotazione ottenuta dall’Impresa, la Banca dovrà darne comunicazione alla Banca d’Italia.
Per ottenere la “quotazione del rating” bisogna essere un’Impresa operante sul territorio nazionale e raggiungere un fatturato minimo di due milioni di euro, riferito alla singola Impresa od al Gruppo di appartenenza ed inoltre essere iscritta da almeno due anni al Registro delle Imprese. Il sistema si basa sulle stellette (da una a tre) che sono concesse da parte del Garante della Concorrenza (Agcm) che cura anche la tenuta dell’albo delle Società che hanno ottenuto la quotazione.
Alcuni dei requisiti sono necessari (e valgono per ottenere una stella) mentre altri sono facoltativi e servono per ottenere una quotazione migliore. Per ottenere il rating minimo di una stella la Società dovrà verificare l’esistenza-assenza all’interno della propria struttura di alcuni elementi di natura etica (assenza di condanne penali in carico all’imprenditore, al vertice aziendale ed alle persona giuridica (ex Dlgs 231/01), assenza di misure di prevenzione e cautelari, assenza di condanne gravi in tema di antitrust e operativo-gestionali, assenza di accertamenti definitivi in tema di violazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, assenza di provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici, assenza di accertamenti definitivi di maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, effettuazione di pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare superiore alla soglia di mille euro esclusivamente per il tramite di strumenti di pagamento tracciabili.
La Società potrà richiedere l’attribuzione di ulteriori stelle (complessivamente tra 2 e tre) rispetto a quella base qualora sia in grado di attestare che la propria operatività è orientata a sistemi di gestione e controllo finalizzati al rispetto della legalità (attuazione del Protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da Confindustria, adozione di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per somme di importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge, adozione di una funzione o struttura organizzativa, anche in out-sourging, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’Impresa o, in alternativa, aver redatto un modello organizzativo ai sensi del Dlgs 231/2001, adozione di forme di Corporate Social Responsability, iscrizione in uno degli elenchi di fornitori/prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione (white list) ed infine sottoscrizione dei Codici etici di autoregolamentazione adottati dalle Associazioni di categoria.