Riportiamo, di seguito, il testo dell’intervento dell’on .Giovanni Paglia che ha relazionato “contro” la richiesta del Movimento cinque stelle. Le argomentazioni di merito evidenziano, una volta tanto, un’analisi seria della problematica dell’attività svolta nel settore e, in questi anni, rara e per nulla scontata:
“ Signor Presidente, comincio col dire che nell’affrontare il tema che oggi ci viene proposto, ovvero la soppressione di Equitalia e il trasferimento all’Agenzia delle entrate dell’attività di riscossione, sarebbe necessario che quest’Aula affrontasse in via preliminare alcune questioni.
Per esempio, noi siamo tutti d’accordo che le tasse in questo Paese vadano pagate fino in fondo e vadano pagate nei termini previsti ? Lo chiedo, perché ho l’impressione che non tutti siano di questa opinione, dato che da parte dei proponenti si dà per scontato che la riscossione di crediti vantati dallo Stato nei confronti di evasori fiscali accertati sia un’attività vessatoria in quanto tale. Ricordo, infatti, anche a me stesso, che al di là dell’organizzazione che si voglia dare agli strumenti di indagine fiscale e riscossione, l’Agenzia delle entrate si occupa di verificare la correttezza dei versamenti, Equitalia di riscuotere quanto eventualmente dovuto al termine del percorso di accertamento.
Ricordo anche che il livello fiscale in questo Paese è certamente troppo elevato, ma questo non può e non deve mai diventare un alibi per forme di autoriduzione, non fosse altro perché esiste una categoria – i lavoratori dipendenti – che paga sempre fino all’ultimo centesimo e paga alla fonte, concorrendo, per la gran maggior parte, alle entrate complessive di questo Paese. Anche a loro – soprattutto a loro – capita di non arrivare a fine mese, magari perché pagano l’IRPEF anche sulla cassa integrazione a zero ore ma, nonostante questo, pagano e pagano sempre.
Questo è il motivo per cui il mio unico, grande moto di indignazione rispetto alle attività di accertamento è quando scopro, per esempio, che si investono tempo, risorse ed energie per inseguire gli scontrini della farmacia portati in detrazione da un lavoratore dipendente; magari, poi, inviando Equitalia dopo sei mesi perché lo scontrino non si trova.
Questo sì mi indigna, ma non dipende da Equitalia, quanto piuttosto da una politica che tende a favorire la ricerca di cassa immediata, anziché l’individuazione della vera evasione fiscale, più difficile da scoprire, da perseguire e, soprattutto, spesso, più incerta negli incassi effettivi, come purtroppo dimostrano anche inequivocabilmente i dati sulla distanza fra accertato e riscosso.
Noi avremo, quindi, bisogno di chiederci se gli indirizzi che diamo all’Agenzia delle entrate siano corretti e se sia corretto il rapporto di dipendenza diretta fra questa e la controllata Equitalia Spa, sottoposta peraltro, per anni, alla medesima direzione.
Invece, ci viene proposto – e questa proposta di legge ne è un esempio eclatante – di concentrarci solo ed esclusivamente sull’ultimo anello della catena, quello più banale, quello della riscossione, lasciando, appunto, intendere che sia sbagliato sanzionare pesantemente chi evade il fisco e pretendere la restituzione di quanto sottratto alla collettività. Vi chiedo: per quale ragione dovremmo chiedere a chi non ha pagato le tasse, ed è stato costretto a farlo da un accertamento giunto fino al livello della riscossione coatta, interessi più bassi di quelli richiesti dal sistema bancario a chi utilizza un fido per pagare regolarmente le proprie pendenze ? Che cosa c’è di sbagliato, ditemi, nel punire l’evasione fiscale ? Oppure parliamo dell’aggio che voi vorreste condonare insieme a more, interessi e sanzioni. Perché dovremmo far pagare alla collettività le spese vive dell’attività di riscossione, anziché a chi non abbia avuto nei confronti della stessa collettività comportamenti corretti ? Perché dovrebbero essere i lavoratori italiani a pagare le spese di funzionamento della riscossione, anziché i responsabili dell’esistenza stessa dell’attività di riscossione ? Si dirà: l’aggio è troppo alto e fissato in modo arbitrario. È vero, e noi riteniamo, infatti, che dovrebbe essere agganciato, in modo trasparente e con ricalcolo annuo, ai costi effettivi e reali della riscossione e che questo principio dovrebbe valere in uguale misura per tutte le società pubbliche e private che agiscono in questo settore.
Infine, non siamo affezionati a Equitalia Spa; crediamo, anzi, che andrebbe abolita nella sua forma attuale di società per azioni controllata dall’Agenzia delle entrate, riportandone direttamente funzioni e organizzazione in capo al Ministero dell’economia e delle finanze. Crediamo, infatti, che questo potrebbe portare risparmi in termini di gestione, un maggior controllo e responsabilità su una attività molto delicata nei rapporti con i cittadini e, soprattutto, una reale distinzione tra esigenze dell’accertamento e della riscossione che sono attività indispensabili, ma diverse per importanza e per finalità.
Il Governo, a quanto si sente dire, non fa altro, invece, che alimentare un legame diretto tra esigenze di giustizia ed esigenze di cassa, con le seconde che inevitabilmente finiscono per prevalere con l’effetto che dicevo prima, ovvero indirizzare le indagini su chi più certamente pagherà e non su chi più ha evaso.
….quindi ritengo che se qualcuno qui dentro pensa che non si possa far pagare, in tempo di vacche magre, il prezzo di quello che si è sottratto in tempi di vacche grasse, dovrebbe avere il coraggio di chiedere un condono, un condono tombale, e non l’abolizione di uno strumento utile per la riscossione.”
Con l’obiettivo di affrontare al meglio l’attuale pesante fase caratterizzata da strumentalizzazioni politiche e disinformazione diffusa, le Segreterie Nazionali hanno deciso di preparare e chiedere, appena possibile, un’audizione Parlamentare per rappresentare le caratteristiche e le esigenze dell’attività e dei lavoratori del settore al fine di contribuire a definire positivamente il percorso di razionalizzazione e trasformazione in atto.
Nello stesso tempo, con l’obiettivo di superare la situazione di stallo che comporta da tre anni il blocco del rinnovo del CCNL, in data odierna è stata sollecitata alla Holding la richiesta, inoltrata il 28 aprile scorso ed a tutt’oggi inevasa, di un incontro per verificare la posizione aziendale rispetto a spazi (disponibilità ad adeguamenti economici e normativi) e tempi di un rinnovo del Contratto Nazionale.
A brevissimo, forse nelle stesse ore nelle quali inoltriamo questo comunicato, dovrebbe venire deciso il nome del nuovo Presidente della società Equitalia: chiunque egli sia, tutti insieme dovremo sapergli rappresentare e fare comprendere le ragioni di un settore ricco di serietà e professionalità sottovalutate, addirittura talvolta ingiustamente negate, e da troppo tempo in attesa di migliore riconoscimento..
Roma, 29 maggio 2014
Le Segreterie Nazionali