Su Tercas è sceso il silenzio della politica

By: Samantha Stock – All Rights Reserved
da iltempo.it PESCARA Sul banco degli imputati c’è il silenzio. Quello del commissario straordinario Riccardo Sora e quello di una classe politca che sembra sempre più lontana e indifferente dalle questioni del credito in Abruzzo. Che diventano sempre più gravi e problematiche. È un richiamo forte quello che i sindacati dei bancari fanno alla politica in un momeneto delicato come quello delle elezioni, come forte è la preoccupazione per la totale mancanza di informazione che ad oggi circonda la situazione Tercas. «Sia ben chiaro – esordisce Francesco Trivelli, segretario regionale di Fisac Cgil – noi siamo convinti che l’operazione con la Popolare di Bari si farà. Anche perché è l’unica possibile. E in questo senso vorremmo anche riuscire a tranquillizzare personale e clientela della banca. Ma è anche vero che con l’attuale commissario non esiste più comunicazione». In sostanza tutto procede a fari spenti e questo, secondo i sindacati crea un clima «di tensione e forte paura tra i correntisti». Popolare Bari ha dichiarato di voler acquisire il 70% degli sportelli del gruppo Tercas. Il 30% delle azioni dovrebbe quindi restare sul territorio: «Un aspett importante – prosegue Trivelli – perché significa che Tercas e Caripe non saranno sul territorio sportelli della Banca Popolare di Bari». Ma a fronte di una dichiarazione di intenti della Fondazione Tercas che ha detto che entrerà nell’operazione con il 10% delle quote, resta il silenzio della Fondazione PescarAbruzzo che nulla ha fatto sapere sulla volontà di mantenere il restante 20%. «Un silenzio che preoccupa», afferma Trivelli.
«La Fondazione PescarAbruzzo ha il dovere di intervenire – incalza Claudio Bellini della Fiba Cisl – perché amministra i soldi dei cittadini e di Banca Caripe, amministra beni del territorio da cui ha tratto ricchezza. Qualche mese fa il presidente Mattoscio parlò di un impegno a rientrare in questa partita. Poi non si è saputo più nulla». Cesare De Sanctis , sempre per Fiba Cisl, ha parole dure per una gestione commissariale considerata «feroce» nel suo procedere senza confronto mentre sta passando il messaggio che «Tercas sia stata una banca efficiente rovinata da una mela marcia. Intanto bisognerebbe capire come la mela sia arrivata nel cesto. Poi tutti sappiamo che questo non è possibile. Difendiamo i colleghi e non siamo qui a fare la caccia all’untore, ma diciamo che finora non sono stati fatti solo licenziamenti carenti in quanto a traparenza». Mentre gran parte della dirigenza dell’epoca Di Matteo, il direttore generale sotto accusa per aver porttao la banca al commissariamento, è rimasta al suo posto. Ma è sul ruolo della politica e anche delle fondazioni che torna a premere Alessandro Roselli della Uilca Uil: «Deve esserci una presenza necessaria della regione o di istituzioni di tipo pubblicistico per garantire una presenza del territorio nella gestione del credito».
«La verità – sottolinea Antonella Sboro della Fabi – è che la politica si è riccamente lavata le mani di tutte le questioni che hanno a che fare son il credito. Lo ha fatto quando abbiamo sollecitato attenzione su Bper, lo ha fatto quando abbiamo sollecitato attenzione su Tercas. Intanto continuiamo a perdere posti di lavoro. Bisogna che qualcuno paghi per questo disinteresse colpevole».
Questo mentre potrebbe aprirsi un altro fronte, quello di Carichieti. L’ultima banca abruzzese, finora in grado di camminare da sola, è da un mese e mezzo sotto ispezione di Bankitalia, Un controllo arrivato a distanza brevissima da quello precedente. E che potrebbe riguardare partite di credito deteriorato. «Ma con questa banca facciamo fatica a interagire» dicono compatti i sindacati, lamentando una situazione di mancanza assoluta di comunicazione. «È una situazione oscura, anche se abbiamo notizie sul bilancio che non ci fanno dormire sonni tranquilli» chiosa Trivelli. E la preoccupazione è tangibile.

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