Anche oggi, come ieri, e come – purtroppo a questo punto abbiamo ragione di temerlo – domani, l’Italia dimostra di non essere un paese che ha a cuore le donne.
Lo dimostra una delle sue più alte istituzioni, il Parlamento, nel momento in cui deve decidere sul modo di espressione della democrazia, ovvero la legge elettorale. E scusate se è poco.
Le quote rosa sono un’ipocrisia, un pannicello caldo, una foglia di fico, si dice da più parti; si può fare di meglio. Ma si sa che da sempre il meglio è nemico del bene: e infatti, anche stavolta, per fare meglio, non si è fatto nulla.
Le quote rosa non servono a niente, secondo autorevoli commentatori. Certo, l’esperienza storica di numerosi paesi che le hanno adottate a partire dalla metà del secolo scorso infatti dimostra proprio questo: la situazione delle donne è migliorata radicalmente nel giro di una generazione. E insieme sono migliorate le condizioni di vita dell’intera popolazione.
Se una donna è brava, ce la fa comunque, non ha bisogno di “essere una quota”, obiettano in molti. Se questo fosse vero, data la scarsità della presenza femminile ai livelli apicali in qualsiasi campo, l’Italia dovrebbe essere un’anomalia statistica per l’oceano di donne incapaci, incompetenti, stupide che la infesta.
O forse queste sono tutte scuse. Forse l’importante è rimanere imbullonati al proprio potere e non cederne nemmeno un millimetro, una briciola, un quark. E che importa se le persone che ne restano prive sono le proprie madri, sorelle, mogli, figlie.
Speravamo che si potesse ormai superare la logica della logora contrapposizione “maschi contro femmine”, e lavorare insieme per il bene comune; evidentemente, non è ancora così.
RINGRAZIAMO DI CUORE IL PARLAMENTO ITALIANO PER L’ENNESIMO CONTRIBUTO CHE HA SCELTO DI DARE AL MIGLIORAMENTO DELLA CONDIZIONE DELLE DONNE NEL NOSTRO PAESE.
Esecutivo Forum Donne Banca d’Italia