IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA MONTI, VISCO E MUSSARI
Le scriventi Segreterie Nazionali hanno sottoscritto, il 19 gennaio u.s., l’Ipotesi di Accordo per il rinnovo del C.C.N.L. A.B.I 8 dicembre 2007, in un contesto di crisi fra i più gravi della storia del settore e del Paese, scegliendo di comune intesa di dare priorità all’occupazione.
L’Ipotesi di Accordo ha riconosciuto le difficoltà economiche, reddituali e patrimoniali delle aziende di credito italiane, nell’assenza, a quasi cinque anni dall’inizio della crisi, di interventi regolatori sul “sistema bancario ombra” e sul mercato dei derivati “over the counter”; di fronte al trascinamento infinito ed elusivo, nonostante l’approvazione del Parlamento Europeo, dell’esecutività della tassa sulle transazioni finanziarie; in presenza dell’obiettiva, grave penalizzazione delle aziende di credito italiane, le più integrate, in Europa, nelle economie di riferimento, derivante sia dalla normativa definita da “Basilea 3”, in materia di coperture patrimoniali dei rischi ponderati degli attivi, sia dalle disposizioni dell’ E.B.A. in materia di aumenti di capitale dei principali gruppi bancari italiani.
D’altronde, data la rilevanza del nostro settore per superare la crisi e l’emergenza economica in cui versa il Paese, riteniamo indispensabile un sostegno delle banche alle politiche della crescita utilizzando a tal fine anche una parte del prestito concesso della BCE ed il ripristino da parte del Governo delle commissioni bancarie recentemente abolite, in assenza delle quali l’equilibrio economico ed occupazionale del settore, già difficile, diventerebbe drammatico.
Nel contesto, in breve accennato, l’Ipotesi di Accordo prevede un rinnovo contrattuale basato sul valore dell’occupazione e dell’ etica della solidarietà, costitutivo della storia del movimento sindacale. Difendere e sviluppare l’occupazione è dunque un impegno che le Parti sociali hanno assunto con il nuovo contratto di lavoro sottoposto in questi giorni alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Ne è derivato il rafforzamento degli strumenti di tutela occupazionale e l’introduzione, innovativa, di un Fondo di solidarietà occupazionale e generazionale finalizzato alla creazione di nuova occupazione giovanile a tempo indeterminato anche utilizzando i contratti di solidarietà espansivi; alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro a termine; ad offrire un’opportunità ai lavoratori disoccupati, alle donne in aree sociali deboli, ai lavoratori in cassa integrazione.
Al nuovo Fondo per la crescita occupazionale contribuiranno, secondo le previsioni dell’Ipotesi di Accordo, con una giornata di lavoro tutte le componenti del personale, Aree professionali, Quadri direttivi, Dirigenti il cui rapporto d lavoro sia regolato dalla contrattazione collettiva.
Il Top Management e l’Alta Dirigenza, i cui rapporti di lavoro sono regolati da contratti individuali, sono stati invitati dal Presidente dell’A.B.I. Giuseppe Mussari, con la lettera del 12 gennaio u.s., alla quale le scriventi Segreterie Nazionali hanno manifestato pubblico apprezzamento, a contribuire al nuovo Fondo nella misura del 4% della retribuzione fissa. Nella medesima lettera il Presidente dell’A.B.I. invitava il Top Management e l’Alta Dirigenza a bloccare le retribuzioni complessive, sia nella componente fissa, sia variabile, per l’intera vigenza del C.C.N.L. A.B.I..
L’Ipotesi di Accordo di rinnovo del C.C.N.L. dei Dirigenti, firmata il 29 febbraio u.s., ha assunto integralmente l’invito nell’ambito del perimetro giuridico di sua competenza.
L’ipotesi di Accordo A.B.I. del 19 gennaio u.s. ha, altresì, innovato la normativa sui sistemi di incentivazione del personale, offrendo alle Parti Sociali aziendali l’opportunità di strutturarne la dinamica in una prospettiva di lungo periodo, secondo le indicazioni del Financial Stability Board e della Banca d’Italia, recentemente ribadite nella circolare del 5 marzo 2012.
In questo quadro le scriventi Segreterie Nazionali ritengono storicamente matura nella coscienza della Categoria e nello sviluppo concertativo delle relazioni sindacali nel settore, nonché storicamente coerente con la domanda diffusa di sobrietà e di equità, l’introduzione di un rapporto tra retribuzione complessiva del Top Management delle aziende di credito e retribuzione media del restante personale nella misura di 20 a 1, da estendere a tutti i settori produttivi laddove, in alcuni, i differenziali retributivi sono anche maggiori.
Si tratterebbe di una determinazione che, mentre porrebbe le aziende di credito al riparo dalla concorrenza sleale sempre al rialzo per attrarre Top Management ed Alta Dirigenza, esprimerebbe, altresì, la volontà di non arrestarsi sulla soglia di privilegi ormai universalmente percepiti in tutta la loro insostenibilità etica e qualificherebbe l’azione del Governo, della Banca D’Italia e dell’A.B.I., per favorire l’uscita del Paese dalla crisi, in termini di equità e di giustizia sociale.
Distinti saluti.
I Segretari Generali
Maurizio Arena, Segretario Generale DIRCREDITO
Lando Maria Sileoni, Segretario Generale FABI
Giuseppe Gallo, Segretario Generale FIBA CISL