Negli ultimi mesi non passa giorno senza che ci giungano, da parte di colleghi di ogni grado ed età – direttori – consulenti – o semplici cassieri, segnalazioni di apertura di provvedimenti disciplinari nei loro confronti.
Questo provoca sconcerto e paura e cresce nei colleghi in modo preoccupante un sentimento ben più pericoloso: la rabbia.
Rabbia per il mancato riconoscimento di quanto essi stanno, quotidianamente, facendo per fornire un servizio di qualità alla clientela, in un contesto di mercato difficile e sottoposti a pressioni commerciali sempre maggiori.
Tale impegno non viene riconosciuto e sembra addirittura che qualunque episodio diventi un pretesto per infierire nei loro confronti.
Lo sconcerto cresce poi quando, entriamo nel merito delle contestazioni.
Non sindachiamo il diritto dell’azienda di chiedere conto ai propri dipendenti di mancate applicazioni della normativa, ma poiché siamo abituati a sentire il retorico ritornello sul “capitale umano” ci aspetteremmo da parte aziendale un rigore ed un’attenzione ben diversi.
Dobbiamo invece purtroppo constatare che, anche quando non sono palesemente infondate, la maggior parte delle contestazioni sono:
intempestive e generiche, scaricano sui colleghi responsabilità di livelli superiori, sono provocate da norme non del tutto chiare, da disposizioni di superiori non formalizzate, o da veri e propri “buchi” procedurali.
I colleghi sappiano che saremo sempre al loro fianco nel difenderli da accuse infondate e talvolta inverosimili.
Organo di Coordinamento Gruppo Banca Popolare di Vicenza
DIRCREDITO – FIBA/CISL – FISAC/CGIL – UGL
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