Reati fiscali, usura, reati fallimentari e corruzione sono i fattori più segnalati alla Uif nell’anno 2012.
Tutto questo viene desunto dal rapporto pubblicato dall’Autorità di Vigilanza in materia di Antiriciclaggio. Con l’entrata in vigore del decreto “antiriciclaggio” Dlgs 231/2007, l’Uif ha emanato una serie di indicatori esemplificativi di comportamenti anomali tali da giustificare l’inoltro, da parte dei soggetti obbligati dal decreto, di segnalazioni di operazioni sospette.
Nell’ultimo rapporto, l’Autorità evidenzia per la prima volta quali siano gli schemi di comportamento anomalo più utilizzato dagli intermediari finanziari, professionisti ed altri destinatari per motivare le segnalazioni: in pratica i reati più comuni dei riciclatori. Più precisamente, come la stessa Uif sottolinea, il ricorso a determinati indicatori non certifica che i fondi movimentati provengano da un reato o da un altro, ma evidenzia come l’operatività monitorata induca spesso ad ipotizzare la consumazione dei reati sopra elencati.
Nel 2012, dunque, l’Uif ha rilevato più che in altri anni il ricorso a modelli di comportamento riconducibili all’evasione fiscale. Fra le operazioni anomale segnalate dalle Banche si possono annoverare: l’utilizzo strumentale di conti correnti personali per veicolare movimentazioni d’imprese, il giro di fondi fra persone fisiche e giuridiche collegate, il frequente ricorso al contante per movimentare conti aziendali. Ancora, dalle segnalazioni si evince un frequente ricorso all’interposizione fittizia di soggetti per occultare i titolari effettivi dei fondi movimentati, la falsa fatturazione a fronte di prestazioni inesistenti , l’operatività con controparti ubicate in paradisi fiscali. Restano nel 2012 anomalie connesse ad operazioni nate per reinvestire fondi “rientrati” con l’ultimo scudo fiscale.
Interessanti le segnalazioni motivate sulla scorta di comportamenti riconducibili alla consumazione di reati fallimentari, sebbene l’Autorità non abbia ancora formalizzato schemi in materia. In particolare l’Uif registra movimenti di natura distrattiva di fondi di imprese individuali o collettive in difficoltà finanziaria.
In tema di corruzione, l’analisi delle movimentazioni finanziarie non consente di per sé l’immediata comprensione della sussistenza dell’attività corruttiva. Essa può essere desunta solo attraverso l’acquisizione di ulteriori elementi tra i quali la circostanza che i nominativi oggetto di segnalazione risultino titolari di significativi poteri decisionali.
Oggetto di segnalazione è stato anche l’anomalo utilizzo delle carte di pagamento. Il risultato perseguito dal riciclatore è quello di trasferire ingenti somme di denaro oltre la soglia in vigore; a tal riguardo l’Uif rileva molti casi di nominativi cui sono intestate numerosissime carte prepagate.
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