“Ho semplicemente obbedito agli ordini”
Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase in tempi più o meno recenti e negli ambiti più
vari, e quante volte è stata scritta nei libri di storia?
In realtà ci sono tanti modi per obbedire agli ordini e non sempre la cieca obbedienza è un valore.
In questo nuovo pessimo clima che si è instaurato nell’Area Centro e Sardegna dall’arrivo del nuovo
Direttore Operativo abbiamo visto i vari collaboratori reagire nelle maniere più disparate.
C’è chi ha pagato la volontà di conservare i propri diritti fondamentali e la dignità con la perdita del
posto di responsabilità che ricopriva, ma ci sono anche molti responsabili, a vario livello, che, pur
tenendo conto delle direttive che gli venivano impartite, non sono mai venuti meno al rispetto delle
regole e vivono con enorme disagio il nuovo corso che fa del disprezzo e della sopraffazione il
proprio stile di comando.
I Lavoratori, seppure il Direttore Operativo non perda occasione per denigrarli e giudicarli unici
responsabili delle difficoltà che la Banca sta attraversando, distinguono in modo chiaro chi, tra i
propri superiori, si comporta da Uomo (riferito al genere umano) e chi si comporta da caporale.
Infatti un certo numero, fortunatamente ristretto, di collaboratori sta sposando acriticamente il
“nuovo metodo”, dando a volte l’idea di approfittare del momento per dar sfogo a bassi istinti di
prevaricazione.
Qualche diretto Collaboratore arriva addirittura a negare l’evidenza di una “RIMOZIONE
FORZATA” descrivendola come un’ordinaria decisione aziendale. Oppure pensa di poter utilizzare
il discredito come strategia difensiva in vista della prima udienza per la nostra denuncia per
comportamento antisindacale che si terrà davanti al Giudice del Lavoro il prossimo 9 dicembre;
anche contro chi, viceversa, ha un percorso professionale comunemente riconosciuto come
LIMPIDO e SPECCHIATO.
Tali atteggiamenti certamente esporranno al senso del ridicolo davanti a tutti i Lavoratori chi se ne
renderà protagonista, dal momento che gli atti dell’udienza verranno da noi resi pubblici.
La battaglia di queste settimane è finalizzata a sconfiggere l’idea che l’Azienda possa uscire dalla
crisi solo con il terrore e l’intimidazione ed a far prevalere la parte sana che continua a pensare ai
Lavoratori come vero patrimonio da utilizzare per il rilancio di questa Banca.
Il peso di un’Azienda in difficoltà non può essere sostenuto da servi sciocchi ma solamente da
chi ha la schiena ben dritta.
Roma, 19 novembre 2013 LE SEGRETERIE
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