(AGENPARL) – Firenze, 31 ott – Oltre l’80% dei 28.000 bancari della Toscana hanno incrociato le braccia per il contratto, contro l’ABI che lo ha disdettato. Tanti quelli che hanno affollato i presidi che si svolti in diverse città della Toscana, a Firenze si sono ritrovati sotto la prefettura in via Cavour. A Lucca si sono dati appuntamento in piazza della Cittadella nel centro storico ed hanno volantinato in tutta la città. Si contano sulle dita delle mani le filiali che sono rimaste aperte.
“Abbiamo sentito la vicinanza dei cittadini toscani nelle piazze dove sono stati effettuati volantinaggi e presidi”, ha dichiarato Anna Maria Romano segretaria generale della Fisac Cgil Toscana. “E’ per noi di fondamentale importanza”, ha aggiunto, “che i cittadini, e non solo loro, abbiano capito la differenza che corre tra un banchiere ed un bancario, non permetteremo ai banchieri di costruire in futuro delle banche distanti dal territorio in grado di vendere di tutto e non dare niente”.
“La giornata di oggi”, ha concluso, “è comunque solo il primo passo”.
“Che banca, che credito e che ruolo avranno le Persone, lavoratori, risparmiatori o cittadini, è questo ciò che si scriverà nei prossimi mesi. Domani 31 ottobre le lavoratrici e i lavoratori del credito sciopereranno unitariamente e con i presidi nelle piazze delle città Toscane racconteranno a chi un conto non ce l’ha, a chi ha dovuto aprirlo per poter usufruire di un aiuto, alle giovani coppie a cui viene negato un mutuo, alla generazione telematica che in banca non è mai entrata, che l’idea dei Banchieri è quella di costruire in futuro delle banche distanti dal territorio in grado di vendere di tutto e non dare niente.
L’Associazione delle Banche Italiane immagina di non dare niente a cominciare proprio da coloro che nelle banche ci lavorano tutti i giorni, disdettando il contratto nazionale, gli accordi in materia di sicurezza sul lavoro, smobilitando l’ammortizzatore sociale di settore, cancellando dal futuro del sistema 30.000 persone “culturalmente distanti dalle nuove esigenze”, rendendo precario il lavoro di quelli che resteranno, vincolandoli a vendere qualsiasi cosa e a qualunque costo. Se le banche hanno intenzione di riservare questo trattamento alla maggiore risorsa di cui dispongono non c’è da aver fiducia nella cura che avranno dei propri clienti, famiglie e imprese.
Sono passati dieci anni dall’ultimo sciopero del settore e nel frattempo siamo sprofondati in una crisi economica e di sistema dalle quale sembra difficilissimo uscire e molte delle responsabilità sono imputabili al mondo della finanza, e malgrado più volte in questi anni le OOSS abbiano sostenuto la necessità di un sistema meglio regolato e più trasparente , il senso comune ha prodotto un identificazione tra le/i lavoratrici/ori bancari e i veri responsabili di questo sistema. Il prossimo 31 ottobre con le nostre manifestazioni e l’interesse di tutti ribadiremo che le attuali criticità di questo sistema ed in particolare delle Banche non possono ricadere su chi non ha colpe, lavoratrici, lavoratori, giovani, anziani, famiglie e imprese.
Solidarietà assicurativi a sciopero bancari