BNL: C’è chi dice no

By: Nathan GibbsCC BY-NC-SA 2.0

Ho faticato per conseguire una laurea specializzata con il massimo dei voti. Ma non è servita a niente.
Allora grazie al sacrificio della mia famiglia ho frequentato costosissimi master di studio. Poi sono andato all’estero per imparare bene una lingua straniera.
Ho bussato inutilmente a mille porte per avere un lavoro consono alla mia formazione.
Ho partecipato ad una selezione in Banca e ce l’ho fatta. Prima ho avuto un contratto a tempo determinato, poi, grazie ad un accordo sindacale, un contratto di apprendistato.
Un apprendista non è una persona in “ Formazione” come dovrebbe essere: è un lavoratore pagato meno. Ho avuto una gran paura di non arrivare ad un contratto a tempo indeterminato, per questo ho sopportato tutto: straordinari non pagati, ritmi di lavoro frenetici, assegnazioni “sotto banco” di lavori diversi da quelli che avrei dovuto svolgere, un clima pressoché costante che mi ricordava che il mio nome era scritto “ a matita” nell’organico della Banca. Io ho taciuto. Io ho sopportato. Io volevo un lavoro “regolare”.
Oggi ho il famoso contratto a tempo indeterminato, ma mi stanno dicendo che costo troppo, che devo essere più “flessibile” ….Ma come: non mi avete già sbattuto in ogni dove? Non non mi avete già allungato di fatto l’orario di lavoro? Non mi avete detto di essere “proattivo” cioè sempre disponibile ?
Ebbene l’ho fatto e non vi basta.
Ora il contratto di lavoro dei bancari è stato disdettato ed io non so quale futuro mi aspetta, cosa sarà della mia professionalità, perché i banchieri vogliono eliminare i bancari.
La chiamano la “nuova Banca” in realtà vogliono gli sportelli senza personale, vogliono dei venditori a partita Iva, senza ferie, senza contributi, orari di lavoro massimi, senza diritti e se non rendi.…vai fuori. Vogliono eliminare i servizi e affidarli altrove, magari dove il lavoro costa poco. Oppure ti ritrovi che pur lavorando di fatto per l’azienda x, il datore di lavoro è y, magari per conto di z. Il contratto di lavoro diventa un sogno. Così vengono calpestati i diritti che i nostri padri hanno faticosamente conquistato. I diritti di ieri sono i privilegi di oggi.
Io non sono un raccomandato; sono un giovane bancario…. non voglio essere calpestato, non voglio essere invisibile, voglio la mia vita e il diritto al futuro, voglio la dignità del mio lavoro. Per me e per gli altri, per tutto questo
IL 31 OTTOBRE IO SCIOPERERO’!
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