Facendo seguito al comunicato unitario del 16/9 u.s. ed avendo registrato un certo disorientamento tra i dipendenti-soci, riteniamo di fornire qualche ulteriore chiarimento in merito alla prossima assemblea ordinaria del 21/9 p.v. Il disorientamento si è ingenerato anche in conseguenza dell’imperversare a tutto campo del sig. Caso che, da iper-sfiduciato e morituro, continua a muoversi come se avesse davanti a sé un lungo futuro da Presidente del CdA della Banca. Non pago della mancanza di correttezza e trasparenza dimostrata in occasione dell’assemblea ordinaria dell’aprile scorso in cui ha omesso di illustrare il reale stato della Banca, ha dapprima, nei suoi tour promozionali nelle ex DT, e contestualmente sulla carta stampata, ammesso pubblicamente l’esistenza di un’ipotesi di fusione con la Banca Popolare di Bari per poi mischiare le carte ed affermare, in altre sedi, che la suddetta fusione non è l’unica opzione possibile, essendoci spazio per soluzioni di autonomia o altre alternative. Insomma assenza di ogni correttezza e scarsa trasparenza sono il suo (e, purtroppo, anche della Banca che continua a rappresentare) segno distintivo e reiterato su cui evidenziamo oggi ulteriori ed amare riflessioni: 1. al silenzio comunicativo del DG su queste importanti questioni nella riunione del 10 settembre u.s., hanno fatto seguito le esternazioni del morituro presidente per cui la Banca dichiara, alla stampa e non alle OOSS, che il CdA BPPB ha deliberato l’atto propedeutico ed iniziale per un’operazione con la BPB: comportamento questo di cui stiamo valutando anche l’aspetto di antisindacalità; 2. dopo aver pagato profumatamente consulenze esterne per studiare/realizzare un riassetto organizzativo, dopo mesi di gestazione dolorosa durante la quale per solo senso di responsabilità abbiamo come OO.SS. lavorato per raggiungere un accordo che inciderà profondamente e direttamente sui diritti economici e normativi del Personale, mai i vertici della BPPB hanno rappresentato quale potesse essere il necessario complemento al tentativo di rilancio dell’azienda, mai hanno prospettato la realizzazione del requisito essenziale (pure richiesto da Banca d’Italia) della risalita, l’aumento di capitale, oramai sacrificato sull’altare dell’ineluttabilità dell’Operazione, del Piano Supremo; a tal proposito, non siamo pregiudizialmente contrari ad ipotesi di aggregazione se si renderanno ‘inevitabili’, ma come OOSS, in assenza completa anche solo delle linee macro di un Piano Industriale su cui ipotizzare la fusione con la BPB, esprimiamo serie preoccupazioni sulla tenuta occupazionale ed organizzativa conseguente a siffatta operazione, su cui deciderà altra assemblea e di cui oggi emerge “soltanto” la forte coincidenza delle geografie e persino delle vie!; 3. si è reso conto Caso (e con lui il CdA ed il DG) di quante turbative tra clientela e soci si sono generate dopo questa lunga e corposa sequenza di scellerati atti? e, quando Caso lamenta l’«eccesso di sovraesposizione mediatica», ha forse dimenticato di esserne stato il principale artefice? E’ del tutto evidente che, fino a quando il sig. Caso non uscirà di scena, non ci potrà essere un futuro per la BPPB, un futuro scelto con la piena consapevolezza di coloro che ne sono i proprietari, ovvero tutti i soci e non solo quei nove che siedono nel CDA. Dopo aver inquinato (complice, per diversi aspetti, il DG) la fase pre-assembleare, con trasferimenti, minacce, intimidazioni nei confronti dei colleghi, gestione scorretta delle deleghe e, a monte, con la mancata convocazione al domicilio dei soci, ponendo già le premesse per un annullamento dell’assemblea, il Caso ne sancirà la definitiva ineluttabilità se non rinuncerà a proporre la votazione palese sui candidati, anche se dovessero venire a mancare candidature alternative (cosa allo stato ancora incerta). Ad ogni buon conto, va chiarito che essendo necessaria per la elezione degli stessi candidati la maggioranza del voto dei presenti, auspichiamo un forte dissenso che potrà esprimersi anche con la sola astensione in caso malaugurato di votazione palese, con la scheda annullata o bianca in caso di votazione segreta. Ai Dipendenti soci, quindi, chiariamo che è con l’astensione o con la scheda bianca che si può dare il segnale concreto del dissenso sui metodi adottati dalla Banca a cura del suo ex presidente. Se verrà meno l’elezione dei candidati proposti dal CdA, dovrà essere riconvocata una assemblea che aumenterebbe l’intensità dei riflettori già accesi di Banca d’Italia. Ai Dipendenti soci ribadiamo che, se in questa occasione non ci battiamo fermamente per il pieno rispetto delle regole democratiche, porremo un forte pregiudizio anche per il futuro, quando si tratterà di decidere il futuro assetto della Banca. Altamura, 20 settembre 2013 ORGANI DI COORDINAMENTO DIRCREDITO FABI FIBA/CISL FISAC/CGIL BANCA POPOLARE DI PUGLIA E BASILICATA Scarica documento
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