Nel primo semestre l’esercizio del Banco Popolare “ha beneficiato della rilevazione di una ripresa di valore parziale a fronte dell’impairment del valore della partecipazione detenuta in Agos-Ducato registrato nel bilancio dell’esercizio precedente. Considerando anche il contributo negativo rappresentato dalla quota delle perdite generate dalla collegata di competenza del gruppo – si legge in una nota – il primo semestre 2013 beneficia di un apporto netto positivo di 61,4 milioni, mentre il risultato del primo semestre 2012 era stato penalizzato da un contributo negativo pari a 77,6 milioni”.
L’impatto della variazione del proprio merito creditizio sulla valutazione delle passività finanziarie di propria emissione (Fvo) non ha avuto effetti significativi sul conto economico del semestre mentre nel corrispondente periodo dell’esercizio precedente aveva generato un impatto negativo netto di 142,3 milioni. “Va rilevato che il primo semestre 2013 risulta gravato dalla rilevazione di impairment su attività finanziarie diverse dai crediti alla clientela e relative a residue posizioni di private equity che hanno comportato un impatto negativo sul risultato netto del periodo pari a 35,1 milioni: il risultato ‘normalizzato’ del periodo risulta pari a 139 milioni rispetto ai 134 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente”, afferma il Banco.
Il Core Tier 1 Ratio è pari al 10,1%: considerando anche il buffer temporaneo suggerito dall’Eba a fronte del rischio sovrano, il Core Tier 1 Ratio è pari al 9,5% mentre il Total Capital Ratio è pari al 12,2%. “Anche anticipando gli effetti di Basilea 3, il Cet1 ratio risulta già in linea con i requisiti stabiliti dalla nuova normativa”, spiega la società. Il gruppo conferma anche un “eccellente” profilo di liquidità che al 30 giugno 2013 si caratterizza per la disponibilità di attivi stanziabili presso la Bce e ad oggi non utilizzati, al netto degli haircut per 18,8 miliardi di euro.
Il progetto di riorganizzazione prevede infine la conversione di oltre 100 sportelli in ‘Filiali imprese’, la chiusura degli attuali ‘Centri Imprese’, di circa 60 filiali e di circa 10 Aree Affari, l’introduzione di nuclei ‘Hub & Spoke’ in circa il 70% della rete distribuita del gruppo nonché la semplificazione della “catena di responsabilità” che prevede, tra l’altro, l’eliminazione delle direzioni territoriali con sede coincidente con la sede della divisione, conclude la nota del gruppo.