Rsa Viterbo: Il Direttore di Bolsena scrive a Profumo

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Signor Presidente,
sono il direttore della filiale di Bolsena.
Qualche giorno fa ho letto un articolo di giornale che parlava di un suo intervento alla festa del pd a Siena.
Pare che ad una domanda sulla situazione della banca, lei, con la consueta freddezza che la contraddistingue, abbia risposto dicendo che se la banca non è fallita, il merito è suo e dell’amministratore delegato Viola.
Le risparmio la mia considerazione su questa sua affermazione. Ho pensato però ad immaginare cosa avranno provato i dipendenti della banca di fronte a tale ennesima dimostrazione di modestia.
Incredulità? Sconcerto? Rabbia?. Molti avranno pensato al vecchio adagio “Chi si loda s’imbroda”. Se si è stati baciati dalla natura con presunte doti non comuni, è naturale che a volte queste finiscano per risultare insopportabili se accompagnate anche da una compiaciuta ostentazione.
E tutti gli uomini e donne che tutti i giorni lavorano con passione e serietà, con impegno e abnegazione, il più delle volte anche sopperendo alle carenze di organizzazione e di risorse? E chi sta pagando la crisi in cui versa l’azienda? Forse lei? E con quanti giorni di solidarietà? E con quale stipendio? E come mai lo stipendio di tutti i grandi manager, compresi quelli che continuate ad assumere, resta ancora uno dei segreti più inviolabili dopo quello della formula della Coca Cola. Vorrei ricordarle che il Top Management continua a percepire retribuzioni che visto il momento vissuto dalla Banca dovrebbero essere decurtate del 70-80%.
Io penso che sono stati i Lavoratori a salvare la banca. Sono loro che nei primi mesi dell’anno, da soli, hanno fronteggiato la tempesta mediatica e solo loro ci hanno messo la faccia e l’orgoglio nel difendere la reputazione e in cambio si sono visti negare con un colpo di spugna i diritti conquistati in anni di contrattazione. E ora rischiano di essere allontanati dall’Azienda perché ritenuti non più idonei a raggiungere i nuovi obiettivi. Se i suoi predecessori la banca l’hanno depredata, non è stato certo lei e l’amministratore delegato a salvarla. Anzi. La Dirigenza della Banca si è fin qui contraddistinta nell’assoluto disprezzo di ogni forma di confronto con i Lavoratori e con le OOSS. Ai licenziamenti, esternalizzazioni, vendita di Società, disdetta del Contratto Integrativo e decurtazione salariale del 20%, si somma poi la mancanza di un progetto per il rilancio commerciale della Banca.
A volte ho la sensazione di percepire nelle sue svariate dichiarazioni, un non tanto celato fastidio verso i dipendenti e le organizzazioni sindacali e a volte addirittura un vago sentimento di disprezzo verso quel “senso di appartenenza” che lega(va) i lavoratori all’azienda e che molto ha contributo negli anni a far crescere la banca. La banca che per prima in Italia si era dotata di un codice etico e di un consolidato e avanzato sistema di relazioni sindacali ora non c’è più. Del codice etico ve ne fottete così come delle relazioni sindacali. Si comanda con il terrore e le minacce. Non vendi? Ti trasferisco. Non sei allineato alle posizioni del Direttore Operativo? Stai attento. Per te c’è posto solo in Molise o in Sardegna.
Non è imponendo le decisioni con rigore e disprezzo della controparte che si ottengono risultati e “chi vive di reputazione, come insegnano i manuali scolastici, non può permettersi l’ostilità crescente della clientela e la totale insoddisfazione dei dipendenti”.
Tuttavia mi piace ancora pensare che forse siamo in tempo per SALVARE NOI quei valori che hanno fatto la storia della banca e dei suoi dipendenti e che molti c’invidiavano. Ma serve FERMARVI…prima che sia troppo tardi. Viterbo, 28 agosto 2013 La segreteria

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