Nei giorni scorsi i colleghi hanno ricevuto una mail da parte di tutti gli HR di Territorio, arrogante nei toni e perentoria nei contenuti, con la quale, di fatto, si vuole imporre la fruizione delle ferie, oltre che dell’anno in corso, anche di quelle pregresse.
Nella mail è precisato che, nel caso in cui il lavoratore non pianificasse immediatamente le stesse, si procederà “a fissare, d’iniziativa aziendale, il periodo di fruizione di tutte le ferie”…
L’iniziativa aziendale è inaccettabile nel merito e nel metodo! Si configura, infatti, una palese violazione di norme di legge e di contratto, che il richiamo all’esigenza di contenimento dei costi non può comunque giustificare.
Di seguito riassumiamo le regole in vigore alle quali attenersi:
-Pianificazione delle ferie:
Il Contratto Nazionale e le norme di legge, scritte a tutela del lavoratore, si pongono la finalità di garantire la fruizione delle ferie spettanti – senza ostacolo aziendale – per consentire il pieno recupero delle energie psico-fisiche. A tal fine, è previsto in capo all’azienda l’obbligo di concedere almeno due settimane di ferie nel corso dell’anno, lasciando la fruibilità delle rimanenti giornate entro il termine massimo di 18 mesi.
Il CCNL del Credito stabilisce condizioni ancora più favorevoli, vale a dire il diritto del lavoratore ad usufruire di un periodo di ferie non inferiore a 15 giorni lavorativi e all’azienda la possibilità di dividere il totale delle ferie spettanti in due periodi.
-Fruizione eventuali giornate di ferie residue di anni precedenti:
E’ risaputo che l’eventuale accumulo di ferie non è certo imputabile alla rinuncia del lavoratore ad un suo diritto inalienabile, bensì, spesso e volentieri, alla carenza degli organici , in particolare nelle filiali , e ad esigenze di servizio .
Ricordiamo tutti gli inviti aziendali dei mesi scorsi (raccolti troppo responsabilmente daicolleghi) a non fruire di periodi lunghi di ferie durante il periodo estivo per l’esiguità degli organici: ciò nonostante l’elenco di agenzie “chiuse per ferie” risulta molto, troppo, lungo.
La mail aziendale,invece, scarica ancora una volta la responsabilità sui colleghi, sottintendendo la loro malafede nel non adempiere all’obbligo di fruizione delle ferie.
Di chi sarà la colpa della (probabile) perdita di clientela buona per le chiusure? Ricadrà sempre verso il basso o qualcuno comincerà a pensare che chi è al timone ha qualche responsabilità?
Alla luce di queste considerazioni, precisiamo il comportamento da assumere in risposta alla mail dell’azienda, nel rispetto delle regole in vigore:
– tutte le ferie di competenza dell’anno in corso devono essere inserite nel piano ferie, e di queste l’azienda, qualora non avesse già provveduto, ne deve dare tempestiva conferma;
– quanto alla loro fruizione, in linea di principio come sindacato ribadiamo che le ferie vanno fatte, a prescindere da obblighi contrattuali, poiché servono al recupero delle energie psico-fisiche;
– piccole quantità che, per i motivi più svariati, residuassero a fine anno, potranno essere portate ad anno nuovo, così come da sempre è prassi nel nostro Gruppo;
– in ogni caso, la fruizione delle ferie, sia dell’anno che arretrate, deve sempre risultare da un momento di incontro fra le esigenze del lavoratore/lavoratrice e quelle dell’azienda. In nessun caso è ammissibile la fissazione d’imperio da parte di quest’ultima.
Ricordiamo che durante la trattativa sul Premio straordinario 2012 queste OO.SS. hanno rifiutato interventi restrittivi su ferie, festività soppresse e banca delle ore finalizzati, in una logica di scambio, ad un limitato incremento del Premio. A maggior ragione queste materie non possono essere oggetto di una gestione discrezionale e non rispettosa delle regole, da parte aziendale.
Diffidiamo pertanto l’azienda dal porre in essere la minaccia inserita nella mail, e la invitiamo a ricominciare a utilizzare il buonsenso, e non colpevolizzare e/o trattare in modo vessatorio chi, con spirito di sacrificio e dedizione, sta sostenendo grandi sforzi per reggere una situazione di grande difficoltà.