Nella mattinata del 18 luglio, mentre all’interno del palazzo si celebrava l’apertura a nuovi soci con l’abolizione del tetto del 4%, la FISAC-CGIL del Monte dei Paschi si è impegnata in un presidio che ha richiesto all’azienda il ritiro di quel progetto che produce solo precarizzazione (fra l’altro in tutto il settore) che sono le esternalizzazioni, e il recupero delle parti qualificanti del nostro contratto integrativo, cancellato dallo sciagurato accordo separato del 19.12.2012.
La trasformazione deliberata dall’assemblea dei soci si è concretizzata, come peraltro tradizione del nuovo corso, in un quadro di opacità e di assenza di confronto rispetto a chi si insedierà nell’assetto societario e soprattutto con quali prospettive.
Se è sotto gli occhi di tutti i lavoratori ormai la risibilità di qualsiasi progetto di rilancio della Banca sotto la guida di Viola e Profumo, è stato francamente odioso sentire riportare nella discussione del direttivo tenutosi il giorno prima il livello di scadimento non solo delle relazioni industriali, ma il diffuso malessere dei colleghi esteso in tutto il territorio nazionale.
A fronte di un tentativo di imporre una volontà aziendale che non vuole sentire le ragioni neanche di quelle norme che ancora permangono e vanno a regolare i rapporti di lavoro, si palesano :
- una costante accelerazione sulle pressioni commerciali,
- organici insufficienti e resi ancor più carenti rispetto al necessario dalle uscite di colleghi dalla banca
- uscite non compensate dai recuperi derivanti dalla chiusura delle filiali e aggravate dal rientro di lavorazioni sulla rete,
- il depauperamento del nucleo,
- una serie di colleghi ancora in attesa di collocazione,
- una scarsissima attenzione alla sicurezza e alla salubrità nei luoghi di lavoro.
Il disprezzo che riserva questo management a chi lavora all’interno di questa azienda si era peraltro già manifestato non solo nello sbilanciato taglio dei costi tutto a carico del personale, ma anche in occasione del licenziamento di 160 dirigenti del Monte dei Paschi in favore dell’assunzione figure esterne, magari strapagate, senza alcun tentativo di valorizzazione delle professionalità già presenti nel nostro istituto.
Tale situazione che per quanto tragica continua a non essere seria, richiederebbe uno sforzo a ricomporre l’unità sindacale, rotta in modo scellerato da parte delle sigle firmatarie dell’accordo e davvero improduttiva anche per i lavoratori che intendono rappresentare.
Esistono proposte alternative come l’estensione del fondo fino al 2020 e il taglio drastico delle retribuzioni dei top manager, serve riorganizzarsi in modo compatto per portarle avanti senza indebolire ulteriormente i colleghi.
Nell’attesa di una manifestazione fattiva di volontà in questo senso delle altre organizzazioni sindacali, come Fisac continueremo a resistere nella difesa non solo dei nostri iscritti, ma di tutti i lavoratori di questa azienda in poco tempo profondamente cambiata, disponibili anche noi al cambiamento di rotta e ad usare ogni mezzo in nostro possesso per un ripristino di un corretto clima aziendale.
RSA FISAC CGIL MPS TORINO