Banco Popolare – Qualcuno vi dirà: noi lo avevamo detto…

By: Mara Brioni also known as Violator3 – All Rights Reserved

L’incontro di verifica previsto per il 17 luglio per valutare l’esito della fase volontaria di adesione alle giornate di solidarietà ha messo in risalto un numero elevato di giornate optate (18.578 comprese quelle in corso di valutazione) da parte di 3.098 colleghe e colleghi. Questo risultato evidenzia la mancanza di 35.422 giornate per raggiungere il risultato “minimo” di 54.000 fissato dall’accordo del 27 giugno. La ripartizione delle 35.422 giornate rimaste inoptate sui 14.092 tra colleghe e colleghi che non hanno esercitato alcun diritto di opzione, porterebbe a un risultato di 2,38 giornate a testa.

In base ai meccanismi dell’accordo – che da una parte prevede un arrotondamento a giornata intera e dall’altra prevede un obiettivo minimo di 54.000 giornate – le giornate “obbligatorie” rimangono comunque 3 per tutte le colleghe e i colleghi che non hanno effettuato alcuna scelta.

E fin qui siamo ai meri risultati “notarili” come li ha definiti l’azienda. La Fisac non ha nascosto la propria determinazione e convinzione nel sostenere la fruizione volontaria delle giornate di solidarietà per, lo ricordiamo, contemperare le esigenze di chi ha necessità di maggiore tempo per conciliare i tempi di vita e di lavoro e le priorità di chi avrebbe voluto evitare ulteriori “sacrifici” economici per effetto del prelievo di tre giornate.

Il risultato su cui si è scommesso scegliendo di percorrere inizialmente la strada della volontarietà non è stato raggiunto: le giornate “obbligatorie” che dovranno essere fruite da coloro che non hanno effettuato alcuna scelta volontaria restano 3 e nei prossimi giorni l’azienda pubblicherà la propria circolare applicativa.

E’ stata persa un’occasione ma, crediamo, sia giusto sottolineare alcuni aspetti “positivi” di questa vicenda:

– 3.098 colleghe e colleghi hanno potuto scegliere quante giornate utilizzare e quando fissarle, beneficiando di una flessibilità “vera” e in molti casi

– parliamo di chi soprattutto ne ha bisogno per motivi di assistenza e cura – insperata;

– è stato introdotto nel nostro gruppo il principio della volontarietà prima dell’obbligatorietà, risultato ottenuto anche con l’aiuto selle Segreterie Nazionali di alcune sigle che hanno partecipato direttamente alla trattativa;

– in pochissimi giorni (le disposizioni aziendali e i chiarimenti sono stati diramati solo nei primi giorni di luglio) e in pieno periodo di ferie è stato raggiunto un numero di giornate “volontarie” altissimo che testimonia secondo noi la “bontà” della nostra idea condivisa con alcune altre sigle sindacali.

Questo risultato, dobbiamo dirlo, è stato raggiunto anche se: Il risultato su cui si è scommesso scegliendo di percorrere inizialmente la strada della volontarietà non è stato raggiunto: le giornate “obbligatorie” che dovranno essere fruite da coloro che non hanno effettuato alcuna scelta volontaria restano 3 e nei prossimi giorni l’azienda pubblicherà la propria circolare applicativa.

– in alcune aree ci sono state resistenze alla fruizione di giornate di solidarietà volontaria, nonostante le indicazioni diramate dall’azienda fossero di diverso indirizzo;

– il limitato periodo di tempo per la scelta non ha consentito a molti colleghi in ferie di esercitare in tempo utile una possibile opzione;

– qualche sigla sindacale, che probabilmente dirà: “ve lo avevamo detto”, dichiaratamente poco convinta della fase volontaria, certamente non l’ha incoraggiata, determinando probabilmente qualche dubbio anche tra i colleghi.

Certo il bilancio di questa partita non possiamo dire che ci lasci contenti e soddisfatti; crediamo che sia onesto dirsi fino in fondo le cose. Soprattutto perché la proposta che abbiamo tentato di fare come FISAC-CGIL per discostarci il meno possibile dall’obiettivo minimo di 54.000 giornate non ha trovato condivisione facendo sì, con questa modalità aobbligatoria, che l’azienda totalizzi un risultato finale di 63.284 giornate di solidarietà.

Avremmo voluto provare a non “sprecare” giornate riproponendone la fruizione anche con frazioni: 2 giornate e 1/3, cioè due giornate e un pomeriggio (per i full time) obbligatorie per i 14.902 non optanti avrebbe consentito di arrivare a “centrare” l’obiettivo, scostandosi numericamente di pochissimo.

Non è stato possibile e questo ci dispiace, inutile nasconderlo, soprattuto per tutte le colleghe e i colleghi che, insieme a noi, hanno accettato la scommessa per agevolare l’azienda ma anche per contemperare ad esigenze proprie, in un’ottica di massima tutela per tutti.

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