La Banca Mondiale ha pubblicato l’ultima edizione del suo rapporto biennale “Prospettive dell’economia globale” (Global Economic Prospects – GEP), che contiene l’aggiornamento delle previsioni di crescita economica globale e alcune raccomandazioni politiche della Banca verso i paesi in via di sviluppo.
Le previsioni del BM sono generalmente in linea con quelle del Fondo Monetario Internazionale dello scorso aprile, confermando un altro anno di crescita lenta nel 2013, seguito da un graduale miglioramento dei tassi di crescita, che comunque rimarranno ancora parecchio lontani dai livelli precedenti all’inizio della crisi, nel 2008, quindi con scarsi effetti sulla diminuzione del deficit di posti di lavoro a livello globale.
La Banca, comunque, è più pessimista dello stesso FMI sulle prospettive di breve termine nell’Eurozona, con una previsione di caduta dello 0,6% quest’anno rispetto al -0,3% previsto dal Fondo.
La Banca è almeno parzialmente più ottimista per le prospettive di medio termine (il sottotitolo del rapporto è “Crescita meno volatile ma più lenta”), affermando che l’economia globale sta entrando in un periodo di crescita più stabile perchè “i rischi estremi e le oscillazioni nelle percezioni, che hanno guidato il capitale globale e i mercati produttivi, si sono significativamente ridotti”.
Ciò non ostante il rapporto evidenzia diverse nuove sfide di fronte ai paesi in via di sviluppo e alle economie emergenti, così focalizzate:
- nella prospettiva di una riduzione delle politiche monetarie di “quantitive easing” nelle economie avanzate, i costi degli interessi nei paesi in via di sviluppo possono salire e avere effetti negativi sulla crescita economica;
- il boom dei prezzi delle materie prime dovrebbe essere arrivato alla fine (i prezzi dei metalli sono già del 30% al di sotto del loro picco del febbraio 2011) e questo può avere un impatto significativamente negativo nei paesi esportatori, particolarmente dell’Africa Sub-Sahariana;
- alcune economie nell’Asia dell’Est e Pacifico e in America Latina possono affrontare condizioni avverse aggiuntive che si stanno già manifestando con inflazione, bolle sui prezzi e deterioramento della bilancia commerciale;
- specificatamente per la Cina, il rapporto concorda con le valutazioni del FMI su una crescita del PIL, quest’anno, del 7,7%, la più bassa dal 1999. La BM insiste perchè la Cina faccia passi avanti nel “ribilanciare” la sua economia, spostandosi da un modello trainato dall’esportazione e dagli investimenti verso una crescita che “assicuri consumi forti e stabili attraverso la crescita dei redditi delle famiglie… insieme al riorientamento degli investimenti verso l’agricoltura, il capitale umano e i servizi”.
Il rapporto completo è disponibile (in inglese) all’indirizzo: www.worldbank.org/globaloutlook