Il terzo Forum delle parti sociali (SPF3) dell’ASEM (Meeting Asia-Europa) si è tenuto ad Hanoi, in Viet Nam, nei giorni 23 e 24 ottobre 2012, immediatamente prima della quarta Conferenza dei Ministri del Lavoro (25-26 ottobre). Fin dalla costituzione dell’ASEM nel 1996 a Bangkok il sindacato internazionale, oggi Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI), e la Confederazione Europea dei Sindacati hanno tenacemente domandato l’inclusione della dimensione sociale. Solo dieci anni dopo, i capi di Stato hanno concordato di aggiungere l’elemento sociale nel processo in corso, stabilendo un regolare dialogo tra i Ministri del Lavoro di tutti i Paesi dell’ASEM, anche se di fatto l’occupazione e la sicurezza sociale erano già punti dell’agenda intergovernativa fin dal 2002. Il Forum delle parti sociali costituisce una sessione di informale consultazione a cui vengono invitati i Ministri del Lavoro prima della Conferenza. Le proposte che il sindacato ha presentato quest’anno hanno posto al centro della Conferenza la questione di come affrontare la crisi aumentando l’occupazione, creando dei posti di lavoro di qualità e favorendo la crescita attraverso la promozione di politiche macroeconomiche. Ha richiesto ai Governi di aumentare i livelli di protezione sociale ratificando e dando attuazione alle Convenzioni internazionali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). L’obiettivo della costruzione di un sistema di protezione sociale di qualità con accesso universale contestualmente allo sviluppo di programmi che prevedano la formalizzazione delle attività economiche è stato un altro importante punto di dibattito. I sindacati hanno domandato ai Ministri del Lavoro di promuovere una corrispondenza tra percorsi formativi e competenze richieste dal mercato, prevedendo degli investimenti nei settori in cui vengono fatti lavorare dei giovani, un apprendistato di qualità con la possibilità di assunzioni formali dopo il suo completamento oltre che adeguati servizi pubblici. Si è raccomandato che i luoghi di lavoro tutelino la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. I rischi derivanti dalle attività precarie hanno di fatto aumentato lo stato di vulnerabilità, sia nell’esposizione a nuove sostanze pericolose che a causa dell’emergenza di nuovi rischi anche di natura psicosociale. I Governi dovranno impegnarsi nella creazione di nuove opportunità per i cosiddetti “green jobs” ovvero lavori verdi. I Ministri del Lavoro dovrebbero sostenere alcuni programmi pilota e favorire la proliferazione di misure di transizione che accompagnino lavoratori ed imprese nella trasformazione dei lavori e dell’economia, includendo dei meccanismi di protezione del reddito per i disoccupati o coloro che sono in settori in declino. La CSI e la CES hanno richiesto ai Ministri del Lavoro di accordare la massima attenzione agli strumenti internazionali più rilevanti in materia di internazionalizzazione delle imprese, vale a dire la Dichiarazione tripartita dell’OIL sulle multinazionali, le linee guida dell’OCSE sulle imprese multinazionali e i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani. Si è ribadita la richiesta di strutturare formalmente il Forum del Lavoro Asia Europa come il luogo in cui i sindacati possano stabilmente contribuire all’ASEM, richiamando il valore del dialogo tra le parti sociali come un elemento indispensabile di buon governo a tutti i livelli. Per quanto riguarda l’Unione Europea, erano presenti le delegazioni di tutti i Paesi, rappresentate anche a livelli elevati (Francia, Spagna ed Olanda erano rappresentate dal Ministro del Lavoro). Il Governo Italiano si è distinto per la sua assenza, poiché non rappresentato, durante i lavori, da nessun politico o tecnico.
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