Continua processo di desertificazione nell’isola, serve rispetto del lavoro e dei lavoratori.
Continua inesorabile il fenomeno di desertificazione bancaria in Sardegna. Nuovo tassello di questo processo la notizia della chiusura della filiale di Nuoro della Compass Banca, con annesso licenziamento ‘mascherato’ dei suoi dipendenti. È la denuncia che arriva dalle organizzazioni sindacali di categoria che sottolineano, con amara ironia, “la generosa offerta aziendale alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti: anziché licenziarli, magnanimamente li ricolloca presso altre strutture”.
Ma ai tre dipendenti coinvolti dalla chiusura, prevista per il prossimo 1° luglio, non sono state offerte come alternative le sei filiali o le due del gruppo intestate a CheBanca! In Sardegna: “Per loro sono invece previste altre ‘comode’ sedi: per chi è a tempo indeterminato, si opterà tra Roma, Busto Arsizio, Treviso e Modena; per chi è a tempo determinato, unica opzione Mestre”. Da qui la natura mascherata del quasi inevitabile licenziamento.
La decisione di Compass Banca, scrivono le segreterie provinciali e i coordinamenti Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, “è peraltro incomprensibile da un punto di vista imprenditoriale visto che i risultati economici mostrano una filiale mediamente in linea con il dato nazionale”. Di fatto la filiale non viene chiusa, ma trasformata in una Agenzia Borg: “ovvero in un luogo fisico gestito da un agente monomandatario, ovviamente lavoratore autonomo; pertanto, il tutto lascia pensare ad una strategia di più ampio respiro che porti ad una progressiva dismissione delle filiali in cambio di agenzie, senza alcuna garanzia per chi lavora in esse”.
Forte la preoccupazione della segretaria generale della Fisac Cgil Sardegna, Laura Urgeghe: “È l’ennesimo tassello di un mosaico – afferma – che rappresenta la drammatica condizione economica e sociale della Provincia di Nuoro e non solo. L’imminente chiusura della filiale Prestito Compass di Nuoro del Gruppo Mediobanca, una piccola filiale con pochi dipendenti, passerebbe infatti inosservata nel mare magnum delle vertenze che attanagliano da tempo l’intera isola, se non fosse l’ennesima chiusura, l’ennesima fuga, l’ennesimo abbandono della Sardegna da parte dei giganti del credito e della finanza, emblema del preoccupante fenomeno della desertificazione bancaria”.
Come Fisac Cgil Sardegna, aggiunge Urgeghe, “siamo estremamente preoccupati, perché il progetto rischia di essere emulato e per la china china assunta dall’intero settore nell’Isola, è necessario un ripensamento delle logiche assunte per il proprio posizionamento in un determinato territorio, è impellente richiamarsi a una autentica responsabilità sociale di impresa, a una reale soddisfazione della clientela, a una concreta vicinanza del tessuto imprenditoriale operante nei diversi contesti, in sintesi al rispetto del lavoro e dei lavoratori”, conclude Urgeghe.
VEDI ANCHE:
- Comunicato unitario “Compass e il licenziamento mascherato”
- Intervista a Laura Urgeghe su www.collettiva.it