L’azienda ha recentemente scritto a tutti noi asserendo che il contratto integrativo di Cattolica è stato “rivisto” perché “la garanzia della solidità” richiede di “accettare il cambiamento” e perché “dobbiamo condividere le politiche salariali” di Generali che ha salvato l’azienda da una brutta situazione generata dalla pandemia “e da alcune scelte aziendali”, e che l’accordo ha evitato una situazione “meno premiante”.
Il rinnovo del CIA Generali e “i processi meritocratici di reward” [traduzione: il sistema di incentivazione individuale unilaterale dell’azienda] permetterebbero poi “a tanti di voi” di recuperare in futuro “le differenze che si sono perse in questo passaggio”.
Uno storytelling che fa un uso copioso di persuasive figure retoriche e che orienta i fatti verso le esigenze aziendali: ecco quindi che un contratto integrativo pesantemente ridimensionato diventa “rivisto”, una repentina riduzione di salario diventa “premiante”, ed eventi futuri e quindi ad oggi incerti diventano “garanzia”.
Ma rivediamo ordinatamente i fatti oggettivi:
1. Il CIA Cattolica è stato sottoscritto quando Generali aveva già il pieno controllo della società;
2. Cattolica ha registrato in questi ultimi anni i migliori risultati della propria storia;
3. L’azienda ha dichiarato sinergie generate dall’integrazione molto superiori alle attese;
4. L’accordo prevede un taglio netto del salario, della sanitaria e della previdenza;
5. L’accordo prevede che i prossimi eventuali aumenti del CIA Generali assorbiranno l’ad personam;
6. L’accordo non contiene una sola parola sulle garanzie occupazionali;
7. Generali invece di reinternalizzare la commessa dell’ex di.Ca la sposta e crea tensioni occupazionali.
Perché debbono pagare i lavoratori per scelte aziendali operate da un management che dopo le vicissitudini che hanno condotto all’acquisizione di Cattolica è stato premiato ed oggi impone sacrifici a noi tutti?
Come avere fiducia in un’azienda che penalizza chi invece ha sempre lavorato e continua a farlo con abnegazione creando valore per tutti?
La Fisac CGIL non può avallare politiche che riducono le condizioni contrattuali ed il futuro pensionistico dei colleghi/e e non si traducono in certezze per i lavoratori delle aree che l’azienda considera a rischio.
Continueremo a chiedere una soluzione di equilibrio e buon senso che consenta il sereno e ordinato prosieguo dell’integrazione.
Milano, Roma, Verona, 15 febbraio 2023
RSA Fisac CGIL Cattolica e GBS(ex CS)