COME SIAMO BELLI… COME SIAMO BRAVI… E QUINDI?
Dopo l’uscita del nostro ultimo comunicato ci saremmo aspettati una comunicazione chiara e tranquillizzante sul nostro futuro da parte dell’azienda, ma le aspettative sono state disattese, perché tutti i lavoratori hanno assistito alla sagra dell’autocelebrazione e delle reciproche pacche sulle spalle tra dirigenti, che hanno magnificato su:
• il lavoro svolto nel 2022;
• gli eccezionali risultati tecnici raggiunti in termini di riduzione di incident;
• i tempi di risoluzione dei problemi;
• il numero di richieste e change gestiti mensilmente.
Sono stati raggiunti tutti gli obiettivi verso il nostro cliente principale, che poi sarebbe di fatto un socio di minoranza, oltre che l’unico vero cliente.
Tutto questo è stato testimoniato dall’ex AD di UCS, ora Unicredit, Gabriele Chiesa, che intervenendo ha esaltato la collaborazione tra le due aziende, auspicando che si continui a lavorare come “One Team”, puntando sui progetti da completare nel 2023, ossia portare a termine il progetto Gibson e la rilocazione del data center tedesco a Verona, possibilmente aumentando i risparmi per Unicredit. Come dire continuate così, ma fateci risparmiare ancora di più, nonostante il contratto base sia già più basso rispetto all’ultimo anno.
Dal nostro AD ci saremmo aspettati qualche notizia sui nuovi clienti o sui piani di investimento, oppure su un possibile rinnovo del contratto di servizio, invece niente di tutto questo. Sono stati citati tre clienti, oltre Unicredit, che già ora apportano risorse “trascurabili”.
Il contratto di servizio con Unicredit non verrà rinnovato e scadrà nel 2029, ma come tutti potete immaginare il problema sarà come arrivarci e soprattutto cosa succederà dopo.
Le notizie vere le ha date la nuova CFO, quando presentando una slide ha confermato quello che già temevamo: ricavi, profitti e cassa sono in ribasso, mentre salgono le spese. La soluzione prospettata è quella di tagliare tutte le spese “superflue”, abbattere i costi interni eseguendo il maggior numero di attività in orario d’ufficio, cambiare i termini di pagamento esigendo il “cash” a fronte delle attività svolte e seguendo alla lettera il contratto, senza fare regali a chicchessia.
Quindi se da una parte c’è il richiamo al One Team e “siamo tutti una grande famiglia”, dall’altra “non si fa credito a nessuno”.
L’unico modo per far risparmiare Unicredit e fare ONE TEAM è riportare V-TServices all’interno di Unicredit, tutto il resto è fuffa.
Non è pensabile tenerci costantemente in questo limbo, senza che si concretizzi ciò che tutti auspichiamo: un futuro certo per lavoratori e lavoratrici di V-TServices.
Siamo pronti a dichiarare lo stato d’agitazione e lo sciopero delle attività straordinarie, perché è arrivato il momento di dire BASTA!
15/2/2023
Le RSA di V-TServices FABI – FISAC/CGIL – UILCA/UIL