La Fisac CGIL, fedele al mandato ricevuto dai propri iscritti/e e confermato nell’assemblea di venerdì scorso, NON FIRMA l’iniquo progetto dell’azienda che intende tagliare pesantemente gli stipendi (circa 3.000 euro lordi annui per un 4° livello 7a classe) e chiudere il fondo pensione Cattolica ipotecando in questo modo il futuro pensionistico dei colleghi, senza peraltro prevedere alcuna garanzia occupazionale esigibile in contropartita.
Si dice che una rana buttata nell’acqua bollente cerchi di saltare via, ma se messa in acqua tiepida e poi portata poco a poco a bollore per autodifesa si acquatti sul fondo, finendo bollita.
Le lavoratrici e i lavoratori del ex Gruppo Cattolica non intendono fare la fine della rana bollita.
Sappiamo già che oltre alla perdita secca immediata in busta paga, verrà assorbito anche il nuovo assegno ad personam – che si millanta coprire il 50% di quanto perdiamo – e che la tanto celebrata commissione tecnica sul fondo pensione potrà solamente definire un importo (300 euro una tantum quello dato ai colleghi/e Generali nel 2021) a compensazione della già stabilita trasformazione della polizza.
E’ questa la responsabilità sociale dell’azienda top employer 2023?
La Fisac CGIL non lascia soli i colleghi/e e predisporrà una serie di iniziative di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori per far sentire la nostra voce e persuadere l’azienda ad una soluzione di buon senso.
Cedere sulla partita economica oggi significa preparare la strada per la netta decurtazione della pensione integrativa domani e per il peggioramento delle condizioni occupazionali ormai sempre sotto minaccia.
Milano, Roma, Verona, 6 febbraio 2023
RSA Fisac CGIL Cattolica e GBS