BFF Bank: nessun accordo sulla procedura ex art. 22 CCNL per 49 esuberi

3 - Fisac Cgil

MANCATO ACCORDO

Nella tarda serata di ieri ‐ raggiunta la scadenza dei termini della trattativa ‐ dopo ben 11 incontri innumerevoli tentativi da parte delle OO.SS. di trovare una soluzione per scongiurare la perdita del lavoro dei colleghi coinvolti nella procedura esuberi aperta dalla Banca, il confronto si è concluso SENZA UN ACCORDO FRA LE PARTI.

La Banca non ha MAI preso seriamente in considerazione le nostre numerose proposte, restando inamovibile su alcuni principi inaccettabili e mai condivisi dalle OO.SS:

‐ La NON ricollocabilità interna dei colleghi coinvolti.
‐ La volontà di aprire un fondo di sostegno al reddito che consentirebbe l’accesso, per perimetro e durata, forse a 2/3 colleghe/i al massimo.
‐ Gli importi di incentivo all’esodo del tutto insufficienti a garantire una significativa adesione.
‐ In ultimo, ma rilevantissimo, la dichiarazione della BANCA che, qualora il numero delle uscite volontarie fosse insufficiente a coprire il numero degli esuberi dichiarati, avvierebbe comunque, a inizio febbraio, il LICENZIAMENTO COLLETTIVO.

Per tutta la durata della trattiva ci siamo battuti strenuamente per la ricollocazione dei colleghi, per l’estensione degli strumenti (fondo di sostegno al reddito, esodo incentivato, ecc.) a tutta BFF Bank e, soprattutto, per impedire il ricorso ai licenziamenti collettivi.

Non ci siamo riusciti SOLO per l’ostinata e cieca volontà della Banca di preservare, più che il posto di lavoro dei colleghi e ‐ la sicurezza economica delle loro famiglie, il bilancio ed il denaro che il CdA/Azionisti e l’Amministratore Delegato (che con i suoi 6,5 milioni di stipendio è il dirigente più pagato in Italia per il settore del credito, più dell’AD di Intesa Sanpaolo) si spartiscono periodicamente, senza alcuna remora.

Ci siamo sin da subito opposti a questa impostazione che, se accettata, si rifletterebbe immancabilmente su tutti noi ad ogni perdita di cliente o flessione negativa del business.

Ci siamo opposti ad un principio cinico e spietato, ovvero che se le cose vanno male per cattiva gestione del management pagano solo i lavoratori e le lavoratrici.

Nei prossimi giorni discuteremo e valuteremo insieme i passi da intraprendere; sarà una strada complessa e difficile che vi vedrà protagonisti, dimostrando che non siamo numeri e pedine sacrificabili, ma persone in grado di far sentire la nostra voce con forza e convinzione, per tutelare i nostri diritti e il nostro posto di lavoro!

10 gennaio 2023

Le RSA di BFF BANK
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UNISIN

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