Caro Babbo Monte,
anche quest’altro anno volge al termine. E non ci lascia indenni. Abbiamo assistito a modifiche, nuovi assetti e passi indietro. Fino alla riorganizzazione delle riorganizzazioni.
Alla fuoriuscita di oltre 4000 colleghi, e al carosello di spostamenti per cercare di tenere in piedi la stessa banca col 20% in meno di forza lavoro.
Tanti colleghi da formare perché hanno cambiato ruolo. Magari contenti dell’opportunità, ma spaventati del contesto in cui tale occasione viene loro offerta.
Risorse ricollocate in ruoli che non sentono propri o trasferite in sedi non propriamente comode.
Il periodo buio della banca dura da oltre 10 anni, ma ogni volta siamo chiamati a nuovi sacrifici, perché ogni anno è sempre “l’anno decisivo” .
Siamo stanchi!
Ora, caro Babbo, ci piacerebbe che ci venisse dato atto che abbiamo lavorato bene, al meglio delle nostre possibilità ed oltre, in situazioni di vero disagio e precarietà.
Abbiamo tenuto “la serranda alzata” in piena pandemia, con le filiali a organico ridotto, con le scrivanie che scoppiavano di pratiche. In presenza, in smart working.
Non ci siamo mai risparmiati.
Facciamo fronte ogni giorno a clienti impauriti, arrabbiati, per portafogli in forte perdita.
Ricominciamo a fare cassa dopo decenni dall’ultima volta.
Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, la facciamo e la faremo sempre, caro Babbo Monte, ma ci auguriamo di trovare sotto l’albero, come regalo per il prossimo anno lavorativo:
– Sistemi operativi che siano operativi per davvero, che non si blocchino di continuo e che ci consentano di svolgere agli innumerevoli adempimenti di legge e burocratici in tempi umani, senza trasformare un’apertura di conto corrente in un sequestro di persona;
– Procedure più snelle e più logiche, che ci facilitino il lavoro, anziché complicarcelo inutilmente;
– Che i vari uffici di Area la smettano di mandare quintali di e-mail in cui, ciascuno per il proprio settore, indicano le priorità: è tutto urgente, ma le filiali sono in difficoltà ed in riassetto;
– Che possiamo essere trattati da consulenti quali siamo, per professionalità e formazione, e non come piazzisti a cui si chiede di vendere un tot numero di polizze o di pac, perché ci sono caselline da riempire dalla prima settimana di gennaio. Siamo una banca commerciale, e nessuno lo dimentica, ma le pressioni commerciali, se pure le chiamiamo “programmazione”, restano quello che sono;
– Che la nostra nuova DTR, con i suoi esponenti ad ogni livello, sia un interlocutore disponibile al confronto, perché solo così è possibile affrontare ogni problematica e risolverla;
– Che quale che sia il futuro del Monte dei Paschi, qualsiasi progetto o piano ci sia nel domani della banca, non ci si dimentichi di chi ha tenuto in piedi la baracca fino ad ora. Noi sicuramente non lo dimentichiamo!
Perché la Banca siamo noi e proprio per questo rilanciare la Banca non può prescindere dalla valorizzazione e dal rispetto delle risorse che la sostengono e difendono ogni giorno!
24 dicembre 2022
RSA Napoli e Caserta