Lo sciopero generale (in alcune regioni è già stato fatto), che sarà in Abruzzo, Marche e Piemonte domani giovedì 15 dicembre e in Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna e Toscana dopodomani venerdì 16 dicembre, nasce dall’esigenza di esprimere la netta contrarietà di chi per vivere deve lavorare – e che spesso percepisce uno stipendio insufficiente al mantenimento della propria famiglia – a una manovra di Governo sbagliata
sotto tutti i punti di vista: dal taglio di risorse a scuola e sanità, fino all’aumento della precarietà attraverso l’allargamento dell’utilizzo dei voucher e passando da tante altre misure inadeguate.
Nel nostro settore, a causa dei continui processi di ristrutturazione, riorganizzazione ed esternalizzazione e complici anche le pressioni commerciali, il livello di stress lavoro-correlato è arrivato a livelli totalmente insostenibili. Inoltre, nella nostra azienda disagio e demotivazione sono sempre più diffuse: in BPER si è costantemente alle prese con cambiamenti permanenti, non c’è mai un momento per rifiatare, per prendere coscienza delle novità normative, operative e organizzative.
Stiamo vivendo un periodo di difficoltà senza precedenti: le colleghe e i colleghi ex Carige hanno atteso per anni che si realizzasse un’operazione che desse loro solidità e prospettiva, ma adesso il prezzo di questo processo di transizione sta ricadendo interamente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori. Le ripercussioni dovute a un’ organizzazione del lavoro insufficiente e a carichi di lavoro insostenibili, stanno incidendo pesantemente sulle giornate che sono sempre più lunghe, sfibranti, cariche di tensioni e incertezze.
Per questo è importante comprendere che lo sciopero è una rinuncia, un sacrificio utile anche per affermare il proprio protagonismo e opporsi a decisioni sbagliate che si subiscono sul lavoro o nella società.