Il comitato donne CES si è riunito a Bruxelles il 10 e 11 ottobre

Nei giorni 10 e 11 ottobre si è tenuta a Bruxelles la riunione del Comitato donne della CES.
La riunione si è aperta con l’intervento del Segretario Generale della CES, Bernadette Ségol, che ha ricordato come l’Europa stia attraversando una fase difficile e tesa dal punto di vista economico e sociale e quanto le politiche attuate per uscire dalla crisi siano inefficaci sottolineando che le misure di austerità e lo smantellamento delle protezioni sociali non hanno portato ai risultati sperati, non hanno dato fiducia ai mercati, e hanno solo peggiorato la recessione.
Secondo una relazione del Fondo Monetario Internazionale ogni taglio in più nella spesa provoca l’aumento della recessione; inoltre i tagli vanno di pari passo con la flessibilizzazione della manodopera e la spinta verso il basso dei salari. Siamo in un momento in cui si può parlare non solo di debito monetario ma anche di debito sociale: il peso del debito viene sostenuto solo dai ceti più deboli e dalle lavoratrici e dai lavoratori e tale debito sociale rischia di trasformarsi in caos sociale che in alcuni Paesi sarà difficilmente gestibile (vedi Grecia). Si sta sviluppando un’area (Paesi del sud Europa) in cui le condizioni di lavoro creano una concorrenza verso il basso che porterà anche gli altri Paesi ad abbassare i loro livelli salariali e i diritti del lavoro. Non si vede una soluzione anche perché manca una vera leadership politica. Per queste ragioni la CES ritiene che bisogna insistere sull’integrazione europea ma che questa non si può realizzare a scapito dei lavoratori. La CES sosterrà un’Europa che integri il progresso sociale in cui le libertà economiche non prevalgano sui diritti sociali e del lavoro e tra questi diritti è fondamentale lavorare sulla parità salariale uomo donna.
La CES deve parlare con una sola voce, con un linguaggio comune, univoco e coerente. La risposta della CES è il Patto sociale per l’Europa (http://www.etuc.org/a/10049) approvato all’unanimità nell’Esecutivo di giugno scorso. Tale documento andrà promosso e discusso a tutti i livelli. Al suo centro c’è la politica sociale senza la quale non si troveranno soluzioni per uscire dal vicolo cieco in cui ci troviamo. Va cambiata l’attuale strategia puntando su politiche per la crescita. Nella riunione del prossimo esecutivo la CES dovrà decidere anche quali mobilitazioni mettere in campo per far sentire la nostra voce e per sostenere gli scioperi che si susseguono a livello nazionale.
E’ poi seguito l’intervento di Sahla Mhaouek del Comitato donne dell’UGTT Tunisia che ha parlato del ruolo delle donne nella primavera araba e della controversia sul capitolo 28 del progetto di costituzione che mette in discussione il principio di uguaglianza ritenendo le donne “complementari” agli uomini. La Cgil ha preso contatto con l’UGTT per invitare una sua rappresentante a partecipare ai lavori del seminario “Le donne cambiano……l’Europa” previsto per il mese di dicembre.
E’ seguita poi una presentazione della Direttrice dell’EIGE (European Institute for Gender Equality), che ha illustrato il ruolo di questa Agenzia della Commissione europea, costituita nel 2009, il cui ambito di lavoro specifico è la parità di genere. Si tratta di un istituto tecnico, di consulenza per le istituzioni europee, al cui interno è presente un forum di esperti composto anche da rappresentanti delle parti sociali. Al momento l’Agenzia sta lavorando su un indice di parità unico attraverso un sistema informativo statistico, sviluppando una fonte centralizzata di indicatori sulla parità di genere. Nel 2011 è stata inoltre lanciata una rete europea per l’uguaglianza di genere, una piattaforma elettronica divisa per aree cui partecipano stakeholder a livello nazionale, europeo e extraeuropeo (http://www.eige.europa.eu).
Claudia Menne, Segretario Confederale CES con delega alle pari opportunità, ha poi presentato le priorità della CES sulla parità salariale:
Programma di azione della CES approvato nell’esecutivo di marzo 2012;
programma delle parti sociali europee in cui è prevista la creazione di un toolkit (dicembre 2012-marzo2014), che verrà presentato in una grande Conferenza congiunta prevista per il 7 marzo 2014, che servirà per affrontare le seguenti tematiche: combattere gli stereotipi di genere; affrontare il tema della conciliazione; ridurre il gap salariale e aumentare il ruolo delle donne negli organismi decisionali.
progetto CES, finanziato dalla Commissione europea, che sarà portato avanti da novembre 2012 per un anno e il cui titolo è “ Bargaining for Equality”, che studierà come la contrattazione collettiva possa contribuire ad eliminare le discriminazioni salariali. Si tratta del primo progetto CES su questo tema che ha come base la risoluzione di marzo 2012 e che verrà portato avanti in collaborazione anche con il Comitato della contrattazione collettiva della CES. Sono previsti quattro Workshop regionali (febbraio – aprile 2013) e una Conferenza finale in autunno 2013 a Vilnius presso l’Eige. Il risultato sarà la pubblicazione di un opuscolo di buone pratiche sindacali che servirà da input per la conferenza di metà mandato della CES (giugno 2013) e per il Congresso del 2015. Il progetto è rivolto ai sindacati nazionali, alle federazioni europee, al Comitato Donne CES e al Comitato Contrattazione CES.
Infine è stato la presentato da parte di un funzionario della Commissione europea un Progetto della DG Giustizia “Equality pays off” (la parità paga), che prevede una serie di workshop nei vari Paesi sulle strategie aziendali per la promozione della parità di genere, rivolto ad alcune grandi aziende selezionate e con il coinvolgimento delle parti sociali (http://ec.europea.eu/justice/gender-equality/equality-pays-off/index_en.htm).

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