La riduzione degli orari di sportello e la chiusura di molte filiali stanno spingendo sempre più i clienti delle banche ad attivare utenze online. L’esigenza viene inevitabilmente avvertita anche da persone che, per età o per cultura, sono meno portate verso la tecnologia. Per questo capita di frequente che i nostri clienti ci chiedano di assisterli.
E’ giusto non volerli abbandonare, ma bisogna farlo tenendo conto di alcuni importantissimi limiti.
Ricordiamo infatti che le disposizioni aziendali vietano tassativamente di accedere al sito Bper utilizzando le credenziali dei clienti, anche solo per effettuare la registrazione iniziale.
La consegna delle password ai clienti avviene all’interno di buste chiusa e marcate in modo da rendere illeggibile ciò che è stampato all’interno: è pertanto evidente l’intenzione dell’Azienda di impedire agli operatori che le rilasciano di conoscerne il contenuto.
Il mancato rispetto di questa disposizione, oltre ad esporci a possibili provvedimenti disciplinari, ci mette a rischio di conseguenze ben più gravi.
Abbiamo avuto notizia, nei giorni scorsi, di numerosi tentativi di phishing a carico dei clienti della nostra banca, che in alcuni casi hanno portato al furto di somme depositate sui conti correnti. Qualora si accertasse, magari su indicazione dei clienti stessi, che le credenziali d’accesso erano a conoscenza del collega che le ha rilasciate, e che magari lui stesso aveva voluto agevolare il cliente effettuando il primo accesso dal suo terminale, potrebbe venirsi a creare una situazione davvero difficile da superare senza gravi conseguenze. E purtroppo, proprio le persone che hanno minore propensione verso la tecnologia, e che quindi ci chiedono di aiutarle a registrarsi, sono quelle più a rischio riguardo a possibili truffe. I clienti che maggiormente saremmo portati ad aiutare sono quelli che hanno maggiori probabilità di metterci nei guai.
Ricordiamo inoltre che qualsiasi attività venga effettuata su dispositivi aziendali (postazioni fisse, PC portatili o telefoni cellulari) può essere verificata dall’Azienda in quanto proprietaria degli strumenti elettronici, quindi raccomandiamo di limitarne l’uso alle sole esigenze lavorative.
Per contro, nessun collega può essere obbligato a scaricare sul cellulare di sua proprietà applicazioni da utilizzare per fini lavorativi, o ad essere iscritto con il suo numero privato a gruppi o chat aventi per oggetto comunicazioni legate al lavoro.