Toscana: sempre meno banche. La Fisac sulla stampa di oggi

di Barbara Antoni

Sempre meno banche Versilia Negli ultimi sette anni sono spariti 26 sportelli dal territorio Altre chiusure nel 2023.11 sindacato: il credito non può essere solo sul web Sempre meno sportelli fisici, sempre più servizi da remoto. Non è da adesso che sta cambiando il modo in cui le banche sono presenti e operative nella quotidianità di singoli e aziende. Ma visti in un arco temporale più ampio i dati sulle chiusure delle agenzie bancarie danno la misura della smobilitazione.

Sempre meno sportelli fisici, sempre più servizi da remoto. Non è da adesso che sta cambiando il modo in cui le banche sono presenti e operative nella quotidianità di singoli e di aziende. Ma visti in un arco temporale più ampio sette anni, dal 2015 al 2021 compresi, secondo le rilevazioni di Bankitalia, i dati sulle progressive chiusure delle agenzie bancarie nei singoli comuni della Versilia, danno la misura della smobilitazione. Nel 2015, nei sette comuni erano presenti 91 sportelli bancari; alla fine del 2021 erano 65. Le chiusure sono andate numericamente a incidere di più su realtà più grandi (Viareggio meno 13 in sette anni, Camaiore meno cinque).

Percentualmente, la riduzione è quasi identica nei due territori: in sette anni, ha chiuso il 35,1 per cento degli sportelli bancari fisici a Viareggio e il 31,3 a Camaiore. Seguono, ma con una percentuale inferiore di dieci punti, Pietrasanta (meno 23,1) e Seravezza (meno 22,2). Meno di tutti la chiusura di sportelli si fa sentire a Forte dei Marmi (meno 12,5); più che in ogni altro a Stazzema, dove da due che erano fino al 2017, dal 2018 è rimasto solo Banche Sempre meno sportelli Ventisei perduti in sette anni «Altre chiusure nel 2023, scritte nei piani dei singoli istituti» uno sportello bancario (meno 50 per cento).

Effetto Covid “La pandemia spiega Andrea Monti, della Fisac Cgil provincialeha fatto aumentare l’operatività delle banche daremoto, diminuendo il carico sugli sportelli fisici. Con la conseguenza che le banche stanno chiudendo di più nelle aree interne, meno nelle grandi città». A Camaiore, la pandemia ha “portato via” due sportelli (dai 13 del 2020, l’anno in cui l’emergenza sanitaria è scoppiata, agli 11 del 2021. Ne ha portati via due anche a Viareggio (dai 26 del 2020 ai 24 del 2021), anche se il grosso del tracollo, qui, era sopravvenuto a   cavallo tra 2018 e 2019 (quando gli sportelli passarono da 31 a 27).

«Male banche continuano a tagliare sportelli -aggiunge Monti-, non solo agenzie ma anche bancomat. E per i bancomat che rimangono dove le agenzie vengono chiuse si pone il problema della sicurezza. Sono anche i modelli commerciali delle banche che varmonella stessa direzione: il cassiere tradizionale sta scomparendo: le banche stanno mettendo questo servizio di sportello a pagamento, mentre online è gratuito. Il lavoro delbancario, da operativo è diventato sempre più commerciale».

Dai dati di Bankitalia, mancano le chiusure del 2022 (il cui bilancio si potrà fare a breve, a fine anno). E poi il 2023. «Altre chiusure nel 2023 ci saranno sottolinea Daniele Quiriconi, segretario regionale Fisac Cgil-. Ma al momento non esistono dati statistici. Ogni gruppo ha previsto un numero di chiusure di sportelli nel proprio piano industriale, comune per comune». Soprattutto preoccupa la situazione dei piccoli comuni, visto che, come evidenziato anche dalla relazione della Fisac regionale per una recente audizione in commissione Aree Interne della Regione, la tendenza delle banche oggi è a chiudere gli sportelli con uno o due addetti, la dimensione per le piccole località.

In Toscana (dove tra 2011 e 2021 si sono persi 923 sportelli, pari al 36,2 per cento del totale: dato in linea con quello nazionale, del 35,6) ci sono 26 comuni rimasti sguarniti di sportelli bancari, dieci dei quali si trovano in provincia di Lucca, concentrati in Garfagnana.

Il credito non può essere solo online

«Il credito non può essere solo online» La Fisac Cgil preme su Regione e Comuni affinché intervengano sul problema Viareggio «I soggetti bancari presenti devono essere ricondotti a una maggiore responsabilità di impresa, anche in relazione agli utili realizzati: 22 miliari in tre anni, nonché dal costo modesto del mante nimento di sportelli fisici o automatizzati in determinate aree svantaggiate».

Inizia con una esortazione agli istituti di credito presenti in Toscana la proposta della Fisac Cgil per combattere la desertificazione bancaria, fenomeno presente in tutta la regione e, come dimostrano i dati della tabella, molto evidente anche fra Viareggio e la Versilia. La Fisac invita le banche a non perdere di vista esigenze oggettive della popolazione, come per esempio la scarsa conoscenza delle materie finanziarie o l’insufficiente copertura delle reti intemet specialmente delle aree interno, o le tante micro imprese che non possono avere una gestio ne del credito solo da remoto.

In particolare per quest’ultimo elemento la Fisac propone di «di potenziare nelle banche l’attività di consulenza e di assistenza alle aziende in materia di processi di concentrazione, ricapitalizzazioni, innovazione, assistenza alle esportazioni.

Questi compiti non possono essere svolti “a distanza”, ma necessitano della presenza di sportelli bancari». Sempre secondo il sindacato bancari della Cgil, guidato a livello toscano da Daniele Quiriconi, «la Regione, partner dei principali attori bancari in molte attività di garanzia e supporto all’economia, può svolgere un ruolo di orientamento e consiglio morale per il mantenimento della presenza delle banche sul territorio. I Comuni potrebbero svolgere anch’essi un ruolo di persuasione concedendo la gestione del proprio servizio di tesoreria soltanto alle banche disponibili a rimanere sul territorio.

Il coordinamento istituzionale può essere utili anche per garantire che altri operatori, ad esempio Poste Italiane, possano in qualche modo costituire un’alternativa agli istituti di credito in ritirata».

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