Maria Giudice (Codevilla, PV 1880 – Roma 1953)
Maria era già avanti negli anni quando partecipò alla resistenza contro il fascismo.
Nel 1902 fu segretaria della Camera del Lavoro di Voghera. Socialista, femminista, sindacalista, affermata giornalista e carismatica oratrice, per la sua intensa attività subì vari arresti anche prima dell’avvento del fascismo, che la giudicò pericolosa e la mise sotto sorveglianza.
Nel 1916 divenne responsabi le della Camera del Lavoro di Torino e diresse il “Grido del Popolo”, avendo Antonio Gramsci come redattore.
Dall’avvento del fascismo fino al 1941 continuò incessantemente la sua attività politica e antifascista in Sicilia, dove si trovò a fronteggiare anche la mafia, che colpiva sindacalisti e oppositori del regime.
Nel 1941 si trasferì a Roma per permettere alla figlia Goliarda di seguire la carriera di attrice e scrittrice e qui si collegò alla resistenza romana, sempre svolgendo attività di pubblicista in clandestinità.
Nel 1944 fu tra le firmatarie dell’atto di costituzione dell’Unione Donne Italiane. Ai suoi funerali, insieme a una grande folla, parteciparono Sandro Pertini, Umberto Terracini e Giuseppe Saragat.
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