Ancora una volta l’inadeguatezza aziendale ricade pesantemente sulle spalle dei lavoratori: la gestione della Cessione del Credito di Imposta, attraverso una più che carente collaborazione con EY, ha ribaltato sui lavoratori la complessità delle relazioni con clienti che, superata la scadenza del 29 aprile, non hanno avuto alcuna indicazione sulle pratiche non lavorate da EY.
Una simile situazione sta generando nella clientela interessata una tensione estrema che si riversa INTERAMENTE sui colleghi, che per l’ennesima volta non vengono messi nelle condizioni di restituire risposte adeguate, finendo per diventare il parafulmine del malcontento, senza avere in mano gli strumenti per gestire tale disagio.
Reca stupore la mancata risposta dell’azienda nell’aggiornamento della normativa e dei processi, come desta stupore la risposta fornita dall’amministratore delegato che ancora in data 6 maggio, ad una domanda sui rischi operativi, mediatici e reputazionali relativi alla gestione della Cessione del Credito di Imposta, rispondeva di non essere a conoscenza di una simile criticità. I lavoratori, che con i clienti ci mettono la faccia ogni giorno, hanno invece molto presente il problema.
L’urgenza di intervenire sull’argomento è tanta. La situazione economica e sociale nei territori di riferimento è in via di peggioramento ed il non avere risposte celeri e adeguate in merito alle pratiche di cessione del credito d’imposta rischia di generare ripercussioni estremamente gravi nel tessuto economico e produttivo, soprattutto nelle aree geografiche più povere, come la nostra, e gli unici che se ne fanno carico sono i colleghi.
Se poi la soluzione elaborata dall’azienda dovesse essere quella di riversare sugli specialist l’attività di “controllo sui contratti” attualmente demandata a EY (come comunicato con riferimento a aggiornamenti normativi “futuri”), appare impensabile ritenere di poter porre in essere tale attività senza una formazione adeguata e una specifica manleva di responsabilità a favore dei colleghi coinvolti.
Data la gravità e l’urgenza non è più possibile rimandare, da parte dell’azienda, una forte assunzione di responsabilità. L’AZIENDA deve dare quanto prima risposte adeguate alle necessità dei clienti e insieme restituire ai lavoratori quel rispetto professionale che, attraverso simili condotte aziendali, viene ogni giorno di più messo in discussione.
Cagliari, 16 maggio 2022
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