Norma Parenti Pratelli (Massa Marittima, GR 1921-1944)
Norma nacque in una famiglia agiata; ricordata come una ragazza allegra e ben vestita, spesso con stivaletti e pantaloni alla guida di un calessino. Una donna intraprendente e di conseguenza criticata, ma ammirata dai concittadini per l’impegno continuo ad aiutare gli altri e combattere il fascismo.
Norma si schierò apertamente contro il regime spietato e criminale, cercando di convincere i soldati tedeschi a disertare.
Fu una delle staffette che portavano cibo ed armi ai partigiani nascosti nei boschi. Fu inquadrata come partigiana nel Raggruppamento “Amiata” della III Brigata Garibaldi.
Norma, violando le disposizioni dei nazisti, fotografò il cadavere di Guido Radi, dopo aver lavato e ricomposto la sua salma; era un partigiano torturato, ucciso e abbandonato sulle scale del Duomo. Permise così ai genitori di riconoscere il figlio.
Il 22 giugno 1944 fu prelevata con la madre dalla propria abitazione da un gruppo di militari, ferocemente torturata e infine fucilata.
Medaglia d’oro al Valor militare alla memoria.
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