Come ogni anno il 25 aprile rappresenta una giornata di lotta e memoria viva, non una data commemorativa e celebrativa, ma un momento importante per portare in piazza le istanze, gli ideali e le pratiche di ogni giorno.
È necessario che il significato della parola “Resistenza” non si esaurisca in quel periodo certamente determinante per la liberazione del Paese contro la feroce dittatura fascista e contro l’invasore nazista.
La Resistenza ci ha lasciato in eredità valori fondamentali, come il ripudio alla guerra, la solidarietà e la giustizia sociale. Ci ha consegnato una Costituzione che ogni giorno e’ sotto attacco e che dobbiamo difendere, perché contiene in se’ proprio tutti quei principi. Per questo ricorderemo con orgoglio la Resistenza partigiana contro il nazifascismo, scendendo in piazza il 25 aprile, sapendo che allo stesso tempo non possiamo ignorare la guerra che si sta consumando nell’Ucraina invasa dalla Russia.
Certamente lo slogan anche di questo 25 aprile e’ chiaro: no alla guerra, no a tutte le guerre, deve essere e sarà una grande giornata di impegno per la pace.
Senza mai dimenticare che non c’è una sola guerra nel mondo, ci sono conflitti che da decenni opprimono popoli e comunità, in Siria, in Palestina, in tutto circa sessanta guerre in corso.
Il 25 aprile saremo in corteo anche per opporci ad una politica di guerra, con la rincorsa al riarmo decisa dalla grande coalizione di Governo, l’aumento del budget militare fino al 2% del Pil e l’invio di armi all’Ucraina, sono atti che contribuiscono alla rapidissima esca- lation a cui stiamo assistendo, con la morte di decine di migliaia di civili e milioni di profu- ghi in fuga dalla follia della guerra.
Le risorse pubbliche devono essere utilizzate per i bisogni della collettività, per la salute, per l’istruzione, per dare una casa a tutte e tutti, per garantire servizi e trasporti accessibi- li, per accogliere le persone in fuga da ogni parte del mondo.
Questa rincorsa agli armamenti, inoltre, rende sempre più difficile un ruolo di mediazione dell’UE ed aumenta di giorno in giorno i rischi di espansione della guerra.
Non è in discussione il diritto delle/gli ucraine/i a difendersi, ma vanno ricercate “con con- vinzione” soluzioni diplomatiche al conflitto e disinnescato un sistema che spinge e su- bordina le guerre ad interessi economici e nazionalisti.
E’ necessario e sempre più urgente un rafforzamento dell’unità di tutte le forze di pace del nostro Paese e del dialogo fra tutte le forze antifasciste per abbassare la tensione e ricer- care la via del negoziato.
La diversità di opinioni su singoli punti non deve impedire la ricerca dell’unità, a comin- ciare dalle più grandi forze democratiche presenti nel Governo.
Questa è la strada che deve imporsi, non quella delle armi.
Deve prevalere il rifiuto della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti e di domi- nio; deve prevalere la pace, per una società giusta e solidale, laica, antifascista, antises- sista ed ecologista.
Dobbiamo anche fare attenzione alla libertà di pensiero perché in questo periodo si sta scatenando una “caccia alle streghe” (vergognoso l’attacco all’ANPI ed al Patrimonio di valori e di ideali che rappresenta) contro chi manifesta perplessità rispetto alla “vulgata ufficiale” e cerca di analizzare le diverse sfaccettature di questi eventi così drammatici. Dobbiamo sottrarci alla logica degli schieramenti e del “tifo”, che nutre la guerra di ap- piattimento della complessità.
Si tratta di una deriva intollerabile del dibattito pubblico per una Democrazia, che alimen- ta, tra l’altro, tensioni e divisioni.
Il 25 aprile saremo in piazza con una parola d’ordine universale: COSTRUIAMO LA PACE!
Roma 22 aprile 2022
Dipartimento Antifascismo