Il 9 Aprile u.s. si è tenuto a Francoforte un meeting tra la BCE e le parti sociali delle stamperie europee cui ha preso parte per l’Italia un delegato della Fisac CGIL.
La discussione si è focalizzata su alcuni punti fondamentali: il “dualismo” pubblico-privato sia per le stamperie che per le cartiere, le problematiche produttive e la lotta alla contraffazione.
Il primo dei tre punti ha assorbito la maggior parte del confronto. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto alla BCE quali siano le intenzioni riguardo il dualismo tra stamperie e cartiere pubbliche e private.
La controparte ha messo in evidenza l’esistenza di un tavolo di lavoro al suo interno, dedicato proprio alla determinazione di criteri e modalità di gestione della produzione di banconote dell’Eurosistema.
Pur non potendo divulgare i risultati del suddetto tavolo (che non ha ancora visto la conclusione dei lavori di cui è stato incaricato), la rappresentanza BCE ha ipotizzato la possibilità di affidarsi, in futuro, ad uno schema detto “a due pilastri”. All’interno del detto sistema troverebbero spazio tanto le stamperie e le cartiere pubbliche, quanto quelle private.
Sostanzialmente si tratterebbe di una modalità di gestione delle commesse che prevede criteri diversi per il comparto privato, soggetto a regole di mercato “standard” legate al prezzo FISAC
praticato al committente, e per pubblico, che sfuggirebbe al mero calcolo del costo del biglietto, sottraendosi così al confronto diretto con le stamperie private.
È fuor di dubbio, comunque, che tale ipotesi (da verificare nei fatti) non escluderebbe comunque un attento controllo dei costi da parte della BCE e delle BCN: le parti sociali hanno pertanto esortato la controparte a porre molta attenzione alla formulazione dei criteri di composizione delle offerte, anche da parte delle stamperie private.
Nonostante, infatti, lo schema ipotizzato metta in parte “al riparo” le strutture “in house”, è però altresì vero che la valutazione dei prezzi anche all’interno delle stamperie pubbliche può vedere sostanziali differenze, anche a causa delle diverse fiscalità esistenti.
Si è inoltre osservato che nell’eventualità in cui alle stamperie private fosse lasciata piena libertà nella formulazione delle offerte, ciò permetterebbe ad alcune di esse di proporre prezzi sostanzialmente “sottocosto”; tali politiche – anche se non in diretta concorrenza con le strutture delle BCN – potrebbero a nostro avviso essere uno strumento di pressione indiretta verso gli operatori pubblici, da parte del committente.
In seguito si è parlato dei problemi sorti nella stampa del 10 € es2: le parti sociali hanno chiesto se le problematiche tecniche riscontrate fossero tali da far posporre l’emissione del taglio in oggetto o meno, visto che in caso di cambiamenti importanti, la ripercussione sull’organizzazione del lavoro sarebbe evidente.
La BCE, pur ammettendo le difficoltà trovate, ha negato che gli inconvenienti registrati possano in alcun modo variare il periodo di emissione delle Banconote, che viene stabilito con molto anticipo e proprio per questo prevede un congruo margine di tempo per eventuali problematiche.
In tal senso,ci è stato detto che vi è un fitto lavoro di risoluzione delle criticità presso le stamperie “test printig” (Italia e Austria, in questo caso soprattutto in Austria).
Abbiamo chiesto se in questo contesto vi fosse qualche problema che potesse far variare le commesse di carta, visto che le cartiere hanno già iniziato la produzione di carta per il 10 € es2, ma i nostri interlocutori hanno dichiarato che non esiste nessun problema a tal proposito, e che la carta in oggetto è stata già approvata e quindi è valida.
Altro argomento centrale è stato quello della contraffazione: è stato chiesto alla delegazione BCE – la quale si è dichiarata soddisfatta dei dati sul numero delle banconote contraffatte – quali fossero le valute con le quali ci si raffronta per tali considerazioni.
Ci è stato risposto che non esiste un raffronto “ufficiale” con altre valute, ma che confronti verosimili possono essere fatti con banconote altrettanto ricche di attrattiva verso i falsari, come il dollaro e la sterlina, e che nei loro confronti la nostra banconota ha registrato risultati apprezzabili.
Al nostro interlocutore abbiamo posto in tale ambito un quesito: l’importanza della lotta alla contraffazione, a nostro parere, stride con il sempre crescente “input” della BCE verso le BCN, affinché riducano al minimo la presenza di filiali sul territorio; tale politica si scontra con l’importanza che la capillare presenza delle filiali ha sempre avuto nella lotta alla contraffazione.
La risposta ricevuta ci ha lasciati perplessi: l’opinione della BCE al riguardo, infatti, è che i controlli che prima venivano fatti all’interno delle filiali delle BCN (con alte professionalità e attrezzature di livello, aggiungiamo noi), oggi possono benissimo essere fatti da proprietari di casinò ed esercizi commerciali, dotati di attrezzature meno professionali se pur approvate dalla BCE stessa.
Alle diverse domande poste, è stato chiesto alla controparte di replicare con nota scritta, ma la risposta è stata negativa.
Nei prossimi mesi sarà organizzato un nuovo incontro presso la BCE. Non mancheremo di aggiornarvi in merito all’evoluzione delle discussione e come sempre, saremo felici di farci portatori di quesiti che provengano dai colleghi di FCV.
Roma, 24 aprile 2013
La Segreteria Nazionale
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