BNL: L’arroganza della BNL è una minaccia verso tutti i lavoratori del credito

La direzione aziendale della Bnl ha presentato un “piano industriale” che ruota intorno alla esternalizzazione di oltre 850 lavoratori (più o meno il 9% dell’intera forza lavoro) da effettuarsi attraverso “cessione di ramo d’azienda”. I comparti impattati sono il back-office ed il cuore del settore informatico. Nelle intenzioni della banca il primo gruppo di lavoratori verrà (sembra) ceduto ad Accenture Fast (gruppo Accenture), il secondo andrà (è ufficiale) a finire in una azienda appositamente costituita da Cap Gemini. La Bnl non avrà alcuna partecipazione in nessuna delle due società che “accoglieranno” gli “esternalizzati”.

Inoltre è prevista la chiusura di circa 130 agenzie, la loro sostituzione in alcuni casi con “uffici finanziari” e l’allargamento del parco dei “promotori finanziari” che da “liberi professionisti” operano nelle strutture dell’azienda, andando così a colpire e a erodere le basi stesse del Contratto Nazionale di categoria.

Si tratta di un attacco importante, condotto in nome dei “risparmi aziendali” e di una presunta “efficentizzazione” operativa. Un attacco che, se andrà in porto, genererà precarietà e insicurezza non solo per chi verrà esternalizzato, ma anche per chi resterà dentro l’azienda. È evidente infatti che si tratta solo di un “primo passo” a cui ne seguiranno altri.

Dallo scorso giugno, da quando cioè si è avuto sentore di quanto si stava preparando, assieme alle altre organizzazioni

sindacali, abbiamo iniziato a mobilitarci con presidi, assemblee e volantinaggi in tutta Italia. Adesso che da normativa sono iniziate le trattative, la direzione aziendale (che per mesi si era trincerata dietro un muro di arrogante silenzio) ha confermato in pieno le sue intenzioni.
Le trattative unitarie in corso sono ormai appese a un sottilissimo filo. Se l’azienda non recederà dall’intenzione di esternalizzare al di fuori del perimetro del gruppo, la rottura sarà inevitabile, come inevitabile sarà innalzare il livello della mobilitazione chiamando ad un ciclo di scioperi.

Di fronte abbiamo un avversario forte e determinato. La Bnl non è sola. A suo fianco c’è Bnp-Paribas (la “casa madre”) e l’Abi. Mentre il governo Draghi non è certo dalla nostra parte. Lo scontro non è e non sarà per nulla facile, ma i “piani industriali” non sono ineluttabili come l’alternarsi delle stagioni. Dai “piani industriali” ci si può difendere, si possono ostacolare, si possono sconfiggere o modificare. In ultima analisi è “solo” una questione di forze in campo. Certo, in altre aziende creditizie in passato sono già state operate esternalizzazioni. Ma il modo, la consistenza numerica e l’arroganza anti-sindacale con cui procede adesso la Bnl rappresenta un pericoloso campanello d’allarme per tutti.

Come un pericoloso campanello d’allarme per tutti è rappresentato dal fatto che la Bnl sia un’azienda che fa utili. Noi siamo totalmente contrari a misure che precarizzano il lavoro anche quando queste si abbattono su aziende in crisi. Ma il fatto che in questa occasione esse siano messe in campo da un’azienda “in salute” la dice lunga su quanto si sta preparando in tutto il comparto creditizio.

È per questo insieme di ragioni, è per poter essere più forti noi e più forti tutti che chiediamo la fattiva solidarietà dei delegati Cgil delle altre aziende di credito.
È per questa ragione che vi chiediamo di far circolare tra i lavoratori delle “vostre” aziende questo breve testo. Ed è per questa ragione che saremo ben lieti di mettere in piedi e di partecipare ad iniziative comuni con voi. Iniziative dove ci si rafforzi reciprocamente e dove le varie vertenze in piedi (si pensi ad esempio a Monte Paschi) possano iniziare a percorrere strade comuni.

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