Basilicata svuotata di ogni presidio direzionale
Dopo l’acquisizione di 532 filiali seguito all’operazione di accorpamento UBI ed ISP e a circa un mese dalla chiusura di 140 agenzie nel territorio nazionale, l’amministratore delegato di BPER, Luigi Montani, nell’attesa della presentazione del nuovo piano industriale che probabilmente vedrà la luce nel prossimo mese di febbraio, annuncia il cambio d’assetto sui territori e la riduzione delle direzioni territoriali da 17 a 9.
Operazioni di questo genere non rappresentano una novità nel panorama bancario nazionale, ma purtroppo neanche in quello locale visto che ancora una volta uno dei territori che verrà maggiormente penalizzato sarà quello della Basilicata.
Dal 3 gennaio 2022 la direzione regionale Puglia e Basilicata di Bper, che attualmente ha sede a Matera nei locali storici dell’ex direzione generale della locale Banca popolare del Materano (istituto confluito nel 2009 in Banca Popolare del Mezzogiorno con la “scippo” della direzione generale in favore della piazza di Crotone e poi nel 2014 in Bper), traslocherà nella più allettante Napoli svuotando di fatto la Basilicata di ogni presidio direzionale. E non è tutto, insieme alla direzione migreranno in Campania anche gli “uffici mercati” lasciando come unico presidio nel territorio un ufficio d’Area, anche se ad onor del vero possiamo affermare che di lucano oramai era rimasta soltanto la sede dato che il medium ed il top management della Basilicata aveva ben poco in quanto di fatto “importato” dalle regioni limitrofe, come se in nostri corregionali non fossero in grado di dirigere un ufficio o una grande filiale. E di questo passo non ci meraviglieremo se tra qualche tempo dovessero comunicare che la sede di piazza San Francesco venisse dismessa per lasciare il posto magari ad un hotel di lusso.
Presumibilmente un’operazione di questa portata finirà per creare una serie di disagi anche al personale dipendente che se vorrà mantenere il proprio ruolo dovrà trasferirsi fuori regione (con notevole aggravio di costi) o, in caso contrario, riciclarsi in altri incarichi (vedendo sfumare gli auspicati percorsi di carriera). In questi casi sarebbe bene che le aziende ricordassero che il profitto nel conto economico si raggiunge in primis per lo spirito di sacrificio e di abnegazione dei dipendenti, che poi sono i primi a rimetterci in termini di “taglio di teste” quando si tratta di risparmiare (come se i dipendenti stessi non fossero i primi stakeholders).
Probabilmente il nostro territorio non è più appetibile, lo è stato però sicuramente negli anni scorsi quando gli istituti bancari hanno raccolto risparmi in Basilicata e nel Sud dell’Italia, impiegandoli però a sostegno delle aziende del Nord Italia. Riteniamo che sia giunta l’ora d’invertire questa tendenza, ma in tutto ciò la cosa che più colpisce è “l’assordante” silenzio delle Istituzioni locali e regionali che non hanno speso una parola negli ultimi 2 anni quando è aumentato in maniera esponenziale lo spopolamento nei comuni con la chiusura delle filiali (ad oggi sono diversi i comuni della Basilicata a non avere uno sportello bancario o un ATM evoluto).
Rinnoviamo nuovamente l’invito al presidente della Regione e ai sindaci dei comuni interessati a farsi da portavoce con ABI e con le direzioni degli Istituti bancari per istituire un tavolo di concertazione volto a tentare una risoluzione di questi problemi.
Il Segretario Generale FISAC CGIL Basilicata
Bruno LORENZO
Spostare la direzione regionale di Bper da Varese a Milano è uno schiaffo al territorio
Nel piano di riassetto di Bper sui territori, oltre all’annuncio di 1700 esuberi su base volontaria, sono previsti gli spostamenti delle direzioni regionali di Varese e Bergamo su Milano. Una decisione che ha generato non poca sorpresa nelle organizzazioni sindacali che in questi giorni incontreranno i vertici della banca per discutere degli esuberi, dell’armonizzazione contrattuale e della ridefinizione organizzativa degli ambiti territoriali.
In provincia di Varese la banca di Modena ha acquisito da Intesa Sanpaolo 67 filiali dell’ex gruppo Ubi, un passaggio che ha coinvolto circa 700 lavoratori.
«Quando venerdì è arrivata la documentazione per l’avvio della procedura – spiega Alessandro Frontini segretario provinciale della Fabi – siamo rimasti sorpresi da questa decisione perché la costituzione di una direzione regionale era un’importante novità e anche un segnale di attenzione e considerazione che Bper dava al territorio».
Lo stesso Simone Maci, responsabile della direzione regionale varesina, in un’intervista del 21 marzo scorso sottolineava l’importanza di questa operazione voluta da Bper in quanto si inseriva «nel solco della continuità assoluta di presenza e di valori».
Dopo l’uscita di scena di Ubi Banca, la presenza di una direzione regionale a Varese di Bper era stata dunque salutata con favore dalle parti sociali, in quanto rappresentava una garanzia di vicinanza al territorio per le decisioni sulle politiche di credito. «Questa scelta è uno schiaffo al territorio – sottolinea Alberto Broggi, segretario provinciale della First Cisl -. È una riforma organizzativa che viviamo con particolare preoccupazione perché ancora una volta penalizza la provincia di Varese».
La scelta di Bper è di fatto un ritorno al recente passato di Ubi, che territorialmente era suddivisa in macroaree interregionali. Varese, così come Bergamo, fino a qualche anno fa rientrava nell’area Nordovest. Il sindacato è dunque preoccupato della perdita di potere decisionale del territorio che potrebbe accentuarsi nel prossimo futuro alla luce del risiko bancario ancora in atto nel Paese. «In provincia di Varese sono presenti quasi tutti i gruppi bancari – spiega Broggi – e poiché il movimento di fusioni e acquisizioni è tutt’altro che terminato, ci potrebbero essere ulteriori sorprese negative che si sommano a questa decisione di Bper. Bisogna ricordare alle banche che la responsabilità sociale di impresa le riguarda da vicino e che certe decisioni vanno ponderate anche in termini di impatto sulla coesione sociale».
Domani, martedì 26 ottobre, il sindacato di categoria siederà al tavolo delle trattative con un’ulteriore preoccupazione di fondo. «Per un gruppo come Bper che non aveva una storia in questa provincia – conclude Frontini – la presenza di una direzione regionale era garanzia di un’attenzione ancora più alta al tessuto economico e sociale. Con questa manovra ci saranno impatti sul personale sia in termini di mobilità territoriale che professionale, effetti che cercheremo di ridurre al minimo».
Fonte: Varese News